Esaurite le risorse per il Superbonus 110 per cento, le casse del Tesoro sono vuote. A tirare le somme è Enea, da cui passano tutte le pratiche per l’agevolazione edilizia. Al 31 maggio scorso, erano già stati effettuati interventi per un valore complessivo di detrazioni pari a 33,7 miliardi di euro contro lo stanziamento di 33,3 miliardi, destinato all’incentivo fino al 2036, visto che gli sconti fiscali possono essere spalmati fino a un periodo di dieci anni.
La cifra di cui parla l’Enea è più alta del 10 per cento del valore complessivo degli interventi di efficientamento, considerato che il bonus rimborsato è del 110 per cento rispetto alla spesa sostenuta. E’ vero che l’incentivo è prenotabile fino al 30 giugno, con una proroga fino al 31 dicembre per gli edifici unifamiliari nel caso in cui almeno il 30 per cento dei lavori sia completato entro il 30 settembre. E addirittura fino al 2023 per gli Istituti autonomi di case popolari, con proroghe più lunghe per le zone colpite dal terremoto del Centro Italia del 2016. Ma già oggi in cassa non ci sarebbero più risorse sufficienti per ulteriori richieste.
Il Governo ha quindi una sola possibilità, rifinanziare la misura. Come già fatto altre sei volte, dalla primavera del 2020. Dei 33,3 miliardi messi a disposizione dall’esecutivo fino al 2036 , oltre 31,5 miliardi riguardano le annualità fino al 2028. Nella prossima Finanziaria ci potrebbe dunque essere un ulteriore finanziamento. Nonostante sia contrario al Superbonus il presidente del Consiglio, Mario Draghi, e quindi non sia difficile da ipotizzare che la misura sia arrivata davvero al game over.