Nelle Marche, a fine aprile, erano stati presentati e asseverati 3.338 progetti relativamente al Superbonus 110 per cento, per 663 milioni di euro di crediti ammessi a detrazione. L’investimento medio per i lavori nei condomini è di 487 mila euro, per gli edifici unifamiliari è di 109 mila euro.
Cna Marche lancia però l’allarme, arrivato anche da altre regioni: i crediti fiscali delle imprese che hanno riconosciuto lo sconto in fattura, e non monetizzati con la cessione, sono il 15 per cento del totale. Il blocco della cessione dei crediti sta mandando in crisi migliaia di imprese.
Da una indagine Cna su un campione di 2 mila imprese, di cui un centinaio marchigiane, emerge che in Italia i crediti bloccati ammontano complessivamente a quasi 2,6 miliardi di euro mentre sono 33mila le imprese artigiane a rischio fallimento, con la perdita di 150mila posti di lavoro nella filiera delle costruzioni. Cna chiede al Governo di trovare rapidamente una soluzione per disinnescare una bomba economica e sociale, generata da una serie di provvedimenti normativi che hanno alimentato confusione e profonda incertezza.
Infatti, oltre 60mila le imprese artigiane si trovano con cassetto fiscale pieno di crediti ma senza liquidità e con impatti gravissimi. Alcune migliaia solo nelle Marche. Il 48,6% del campione parla di rischio fallimento mentre il 68,4% prospetta il blocco dei cantieri attivati. Per non essere schiacciate dalla mancata cessione dei crediti, quasi un’impresa su due sta pagando in ritardo i fornitori, il 30,6% rinvia tasse e imposte e una su cinque non riesce a pagare i collaboratori.
Dall’analisi dei fatturati e della consistenza media dei crediti emerge che le imprese con giro d’affari di 150mila euro detengono 57mila euro di crediti nel proprio cassetto fiscale (38,2%). Alla crescita del fatturato l’incidenza tende a scendere pur restando rilevante: un’impresa con 750mila euro di ricavi sconta 200mila euro di crediti bloccati.
Il 47,2% delle imprese dichiara di non trovare soggetti disposti ad acquisire i crediti mentre il 34,4% lamenta tempi di accettazione dei documenti contrattuali eccessivamente lunghi. Per la cessione dei crediti, le imprese della filiera si sono rivolte principalmente alle banche (63,7%), a seguire Poste (22,6%), poi società di intermediazione finanziaria (5,1%).
Davanti a norme incerte e continui stop and go, gli intermediari finanziari hanno bloccato gli acquisti e ad oggi i crediti in attesa di accettazione superano i 5 miliardi e di questi circa 4 miliardi si riferiscono a prime cessioni o sconti in fattura.
Inoltre i bonus per l’edilizia hanno offerto un contributo molto rilevante al rimbalzo del Pil l’anno scorso e oltre il 90% delle imprese intervistate è convinta che senza una soluzione per svuotare i cassetti fiscali non verranno attivati nuovi cantieri, con ripercussioni negative sull’intera filiera e sull’economia nel complesso nonché sul programma di riqualificazione energetica degli immobili.