Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, ha fatto una dichiarazione in cui vuole sensibilizzare sulla situazione paradossale delle imprese agricole, “per le quali non sono state ancora definite le procedure relative al Decreto flussi 2021, che aveva fissato in 42.000 le quote di lavoratori extracomunitari da ammettere in Italia per motivi di lavoro stagionale nel settore agricolo e turistico-alberghiero. Occorre agire subito per rimuovere questo blocco, programmando un nuovo decretoโ.
Confagricoltura rimarca che malgrado, in molte province, siano state presentate giร dal 1ยฐ febbraio 2022 le richieste dai datori di lavoro agricolo, tutto ancora tace e la maggior parte delle domande continua a giacere presso gli uffici competenti. Come se non bastasse, un blocco delle procedure informatiche per aggiornamenti tecnici ha ulteriormente rallentato lโiter proprio nel periodo in cui gli uffici avrebbero dovuto assegnare le quote e autorizzare gli ingressi. Questi intoppi hanno influito anche sul rilascio dei visti, creando ulteriori disagi e incertezze sullโeffettivo ingresso in Italia e sullโavvio dei rapporti di lavoro.
โSiamo preoccupati perchรฉ le campagne di raccolta della frutta e degli ortaggi estivi stanno arrivando nel pieno e c’รจ grande necessitร di manodopera, anche di lavoratori stagionali di provenienza straniera” dice Giansanti. “Occorre dunque intervenire urgentemente per sbloccare le pratiche relative al decreto flussi 2021. Altrettanto urgente รจ programmare il prossimo decreto, per il 2022, tenendo in considerazione che le richieste dei datori di lavoro nel 2021 sono state piรน del doppio delle quote messe a disposizioneโ.
Per Confagricoltura รจ necessario rispondere positivamente e tempestivamente alle richieste delle imprese agricole, che assumono regolarmente la manodopera, garantendo cosรฌ la possibilitร di affrontare serenamente le campagne di raccolta e di continuare a creare occupazione di qualitร . I lavoratori in agricoltura sono circa 1,1 milioni, per il 53% impiegati a Sud. Il 56% ha meno di 45 anni. Resta ancora irrisolta lโelevata pressione contributiva e fiscale sul costo del lavoro, in particolare nelle aree del Centro Nord che non usufruiscono delle agevolazioni, sostenendo per gli oneri sociali costi addirittura superiori agli altri settori produttivi.