Ha colpito tutti la forza con cui il frontman dei Maneskin, Damiano, ha supportato e rilanciato nei giorni scorsi il coraggioso messaggio della fidanzata Giorgia alla Camera dei Deputati, sulla vulvodinia. Perchè finalmente si è parlato in modo aperto di una patologia largamente diffusa, di fronte ad una società ancora troppo chiusa e piena di tabù. “Nonostante il numero di donne che soffrono di problemi intimi sia parecchio elevato, la vulvodinia è stato un tema di cui non si è mai parlato abbastanza, una malattia invisibile – spiega Paolo Salvadeo, CEO della società DEKA (Gruppo El.En.) specializzata in dispositivi medici per la cura delle patologie genito-urinarie e vulvari – e con l’iniziativa che è arrivata in Parlamento si è avviata anche la sensibilizzazione delle autorità e dell’intera società sul problema, liberando virtualmente le donne, giovani e non, dalla necessità di nascondersi perpetrando, altrimenti, la loro sofferenza’’. La vulvodinia è una malattia ginecologica caratterizzata da dolore cronico alla vulva e ai tessuti che circondano l’accesso alla vagina. Al disturbo sono associati forte bruciore, dispareunia (dolore durante i rapporti sessuali) e arrossamento.
LE NUOVE OPZIONI TERAPEUTICHE
“Studi recenti – continua Salvadeo – stanno dimostrando che con terapie elettromagnetiche avanzate si osserva che le pazienti riportano un significativo miglioramento anche del dolore vulvare e quanto stiamo osservando è molto incoraggiante. Non solo: il campo magnetico ad alta intensità distribuito in modo uniforme stimola, appunto elettricamente, in modo profondo e uniforme la muscolatura del pavimento pelvico, portando le pazienti ad un ripristino del controllo neuromuscolare dell’apparato. E’ oggi possibile, con la tecnologia elettromagnetica, trattare in modo sicuro e non invasivo varie problematiche tra cui l’incontinenza urinaria, attraverso il rafforzamento del pavimento pelvico e, tramite specifici protocolli, ridurre la tensione neurale e dunque il dolore vulvovaginale. Naturalmente questa nuova tecnologia, tutta made in Italy, può essere combinata con terapie farmacologiche o metodi fisici. Il nostro obiettivo futuro, da realizzarsi anche coinvolgendo i membri del nostro Board Scientifico sulla Salute Intima della Donna, sarà quello di validare ulteriori modalità di trattamento non invasivo per patologie difficili come quella della vulvodinia”.
Continua Salvadeo: “Sulla base dei nostri risultati preliminari, questa tecnologia sembra essere in grado di trattare efficacemente la disfunzione ipertonica con un programma terapeutico che deve essere personalizzato per ogni paziente. Aggiungo che, se da una parte sono molto contento per i progressi della scienza e della tecnologia elettromedicale in questo settore, dall’altra sono altrettanto fiducioso che le autorità sanitarie del nostro Paese terranno in alta considerazione l’interpello di Damiano e Giorgia, dispiegando nelle regioni sempre più forze e mezzi per aiutare le donne, migliorando la loro salute intima. E’ veramente bello il coraggio di affrontare, parlandone pubblicamente, disagi, vergogna e paure, e muovere le cose, comunicando e chiedendo a chi è competente di aiutare ad affrontare problemi che rischiano altrimenti di trascinarsi per troppo tempo, con un impatto a volte devastante sulla qualità della vita delle persone”.
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