Periti agrari: incontro promosso dalla Federazione dei Collegi di Toscana e Umbria

Periti agrari, incontro

Giovedì 28 aprile c’è stato un confronto sui temi della professione, in vista della prossima sessione abilitativa indetta dal ministero di Grazia e Giustizia con scadenza 5 maggio, tra i periti agrari di Umbria, Toscana, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Puglia. L’incontro si è svolto con modalità webinar, come successo negli ultimi due anni a causa della pandemia.

Ad aprire l’incontro è stata Giulia Perri, presidente del Collegio interprovinciale di Lucca, Pisa, Pistoia, Livorno e Massa Carrara. Ha esortato i più giovani a farsi avanti, spiegando quali sono le opportunità che offrono il comparto agro-ambientale e agro-alimentare. Poi è stata la volta di Mirko Cinelli, presidente del Collegio di Grosseto; Chiara Coarelli, Collegio dell’Umbria, si è soffermata sugli aspetti burocratici e le modalità di svolgimento dell’esame. A seguire le testimonianze diverse per età, genere, settore e provenienza geografica.

Coordinati dal giornalista Gilberto Santucci, gli interventi hanno dato uno spaccato della professione, fatto di formazione e aggiornamento continuo, di scambi di buone pratiche all’interno del Collegio, di opportunità nella filiera, dalla produzione alla commercializzazione, passando per trasformazione, controlli e certificazioni di qualità. Un settore, questo, che continua a crescere e a essere molto importante all’interno del made in Italy.

Non sono mancati neanche contributi sulle opportunità che si stanno aprendo oltre i confini italiani, nei mercati emergenti, dove servono tecnici qualificati che possano mettere a valore grandi possedimenti terrieri.

La sfida che si sta affrontando è quella del cambiamento della professione. Lo ha detto il presidente del Collegio nazionale dei Periti Agrari e Periti Laureati Mario Braga in apertura del recente congresso nazionale a Roma, con in platea ad ascoltare il ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli. “Per coniugare produzione, sviluppo del territorio, valorizzazione e salvaguardia ambientale – ha detto Braga – occorre che l’istruzione tecnica agraria risponda meglio e più prontamente alle nuove domande economiche, sociali e culturali provenienti dal Paese”.

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