Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, in un’intervista al quotidiano labparlamento.it ha commentato l’ipotesi del ministro Cingolani di liberare entro 18 mesi l’Italia dalla dipendenza del gas russo. “Trovare 29 miliardi di metri cubi in 18 mesi è un’impresa straordinaria. Ci vuole del tempo. Dall’altro canto, basta pagarlo e il gas si trova. Però non è così semplice perché in Europa il prezzo del gas è altissimo da sei mesi”.
C’è anche la proposta del presidente del Consiglio Draghi di inserire un limite al prezzo del gas: “La trovo coraggiosa. Sarebbe importante che ci fosse un tetto a quel poco gas che produce l’Olanda e soprattutto nei confronti del gas che ci manda Equinor, la società di stato norvegese. È scandalosa la quantità dei soldi che ha fatto questa azienda ed è un atto gravissimo sotto il profilo politico. Ci troviamo in una situazione simile mentre dobbiamo chiedere alla Norvegia di accettare un tetto al prezzo del gas”.
Sulla possibilità di uno stop all’arrivo del gas russo, Tabarelli dice: “Se si deciderà di introdurre l’embargo questo inverno, il razionamento è assolutamente inevitabile. Non credo però che si potrà arrivare a quattro miliardi di metri cubi perché la Pa non consuma tutta questa energia. A mio avviso, arrivare ad un miliardo di metri cubi sarebbe già un clamoroso successo. Oltre il razionamento dobbiamo fare tutte le cose, soprattutto andare al carbone (la cosa più veloce e grossa), ridurre i consumi, puntare sulle rinnovabili, cercare il gas in tutto il mondo. Però, tranne il carbone, un po’ di risparmio e un po’ di rinnovabili, altri obiettivi sono difficilmente raggiungibili”.
Ancora il numero uno di Nomisma Energia: “C’è un altro problema però. L’energia moderna che consumiamo viene dalle strutture fatte nei passati 50 anni e per fare quelle nuove per produrre l’energia rinnovabile e sviluppare i giacimenti del gas ci vogliono tanti anni. Possiamo provare di prendere questa direzione, ma prima di essere indipendenti dalla Russia dobbiamo aspettare ancora a lungo. In realtà, l’Italia non sarà mai indipendente dalle importazioni dell’energia perché sostituire le importazioni con le rinnovabili non solo è un sogno lontanissimo ma anche impossibile”.
Sul gas in arrivo dagli Stati Uniti: “Il gas americano sta già arrivando, gli Usa hanno esportato l’anno scorso 75 miliardi di metri cubi di gas liquefatto, escludendo quello che arriva attraverso il tubo verso Canada e Messico. Porteranno presto 100-125 miliardi di metri cubi ma anche qua servono almeno tre anni prima che la loro capacità aumenti. Poi arriverà qualcosa (3-4 miliardi di metri cubi) dal Qatar e dalle navi galleggianti che servono per fare la liquefazione di gas ma che si fa comunque fatica a trovare”.
Non è da trascurare anche il fatto che i terminali gnl italiani non avranno la capacità sufficiente per lavorare i nuovi volumi in arrivo: “Esatto, perché l’unico grande terminale che abbiamo è quello di Rovigo. La sua capacità è stata aumentata da otto a nove miliardi di metri cubi, fra cui sei miliardi di metri cubi sono impegnati con il contratto di lungo termine con il Qatar. Quindi rimangono fuori solo tre miliardi di metri cubi. Poi dopo c’è il terminal di Livorno che ha una capacità di 3,5 miliardi ma non viene mai pienamente utilizzato perché si trova in mare aperto e anche lì ci sono dei volumi impegnati con i contratti di lungo termine. E infine c’è quello piccolino gnl a Panigaglia dove però non possono arrivare le grandi navi moderne”.