Wine Meridian ha intervistato Francesco Di Marco, sommelier e consulente per ‘Burbulio Vyine’, nonché specialista di marketing B2B, relativamente alla situazione del commercio di vino italiano in Lituania. Negli ultimi anni, le esportazioni nei Paesi Baltici sono cresciute costantemente. Ecco alcuni stralci dell’intervista.
“Nei Paesi Baltici è cresciuta la cultura del buon bere, in aggiunta a una crescita della qualità del settore ristorazione. Pur essendo un mercato di piccole dimensioni, c’è la compresenza di diversi competitor, sia per quel che riguarda gli importatori sia i distributori, che si destreggiano ammirevolmente nel segmento gourmet. Nella Gdo, progressivamente, aumenta la reperibilità di referenze d’alta gamma”. Ancora Di Marco: “Il vino italiano gode di un’ottima reputazione in Lituania e negli altri Paesi Baltici. L’Italia è un Paese dal forte appeal commerciale, anche perché molti lituani scelgono il Bel Paese per la vacanze. Inoltre, il rapporto qualità-prezzo dei vino italiano è ottimo, specialmente in rapporto al prodotto francese o spagnolo”.
Le conseguenze della guerra: “Il problema più grande per le esportazioni italiane nel Baltico sarà legato alla logistica. La Lituania faceva da hub per alcune merci che andavano poi nei Paesi che a oggi sono sanzionati, e ciò provocherebbe naturalmente una diminuzione dei fatturati export per alcune aziende italiane, in particolare per quelle che lavorano sui “grandi numeri”. Per quanto riguarda i Paesi Baltici, se il mercato è rimasto in crescita nonostante la crisi pandemica, l’aumento delle accise locali e il costo dei carburanti non dovrebbe minare in maniera significativa all’export del vino verso queste destinazioni. Naturalmente sarà necessario lavorare con il marketing ed ottimizzare le proposte, perché resta sempre un mercato che può dare delle ottime soddisfazioni, anche se non con quei “grandi numeri” da offrire”.
Consigli per chi vuole esportare in Lituania: “Una volta individuato il profilo dell’importatore ideale, è necessario a questo punto essere quanto più empatici possibile, per motivarlo all’acquisto non solo sfruttando la leva del prezzo, ma anche con un appoggio fisico concreto, organizzando ad esempio visite in loco, motivando il buyer ad organizzare degustazioni dedicate ai suoi rispettivi clienti, proponendo iniziative di incoming ed enoturismo. Non bisogna preoccuparsi del volume di vendite, ma della costanza che il buyer lituano può offrire”.