Cia-Agricoltori Italiani ha organizzato una nuova grande manifestazione a Venturina Terme, Livorno, con la presenza di quasi mille agricoltori che si sono radunati in piazza e sono arrivati un po’ da tutte le regioni del Centro Italia al grido di ‘basta’. La richiesta è di interventi specifici a sostegno dei settori più colpiti dalla guerra, come allevamenti e cereali, ma anche per agire su problemi di anni, dal proliferare indisturbato della fauna selvatica, aggravato dall’emergenza peste suina, allo spopolamento delle aree rurali.
Questo è stato il terzo appuntamento di Cia: prima al Nord, a Rossiglione, poi al Sud, a Scanzano Jonico. Oggi è stata la volta dei produttori di Toscana, Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo. In corteo più di 100 trattori. Hanno voluto dire basta all’aumento dei costi produttivi (+120 per cento le bollette energetiche, +170 per cento i fertilizzanti). Cia pensa che vadano migliorate e implementate alcune misure del Governo, come il credito d’imposta per acquistare carburanti ed energia elettrica, la ristrutturazione dei mutui agrari. Vanno rese strutturali. Serve poi uno sforzo aggiuntivo di risorse per prevedere: incentivi alla semina, anche attraverso strumenti assicurativi, in grado di remunerare un’eventuale riduzione dei prezzi pagati agli agricoltori nei prossimi mesi rispetto ai valori attuali; incentivi ai consumi agroalimentari, a partire dalle fasce più deboli della popolazione; pacchetto di interventi mirati di credito agevolato per le piccole e medie imprese; incentivi a multifunzionalità e diversificazione delle imprese agricole; sostegno alle attività agrituristiche, anche tramite voucher per il rilancio dei flussi turistici nelle aree interne.
Anche a livello europeo bisogna rimodulare, anche temporaneamente, gli obiettivi del Green Deal, con particolare attenzione alla Strategia Farm to Fork; semplificare e velocizzare l’erogazione dei contributi comunitari: favorire una riflessione concreta verso la definizione di una politica energetica comune; introdurre strumenti di gestione del rischio per calmierare la volatilità dei prezzi e garantire la stabilità dei redditi degli agricoltori.
Cia chiede di affrontare anche vecchie problematiche mai risolte, come una più efficiente gestione delle risorse idriche, con un sistema e una programmazione adeguate ai fabbisogni delle imprese. E poi riequilibrare una volta per tutte la presenza faunistica, con i cinghiali che hanno superato quota due milioni, attraverso una riforma radicale della legge 157/92, per abbassare drasticamente la pressione sulle aziende agricole che contano danni milionari. Serve arginare la diffusione in alcuni territori della pesta suina africana, riducendo gli ungulati e risarcendo le perdite degli agricoltori. Bisogna gestire in modo equilibrato i fondi di Pnrr e Pac. E ancora: contrastare l’abbandono delle aree interne, rafforzando servizi e infrastrutture, rendendo accessibili e fruibili gli strumenti digitali, rilanciando il ruolo della Banca della terra, puntando su Distretti rurali e Comunità del cibo.
“L’aumento dei costi energetici, sia in modo diretto con il caro gasolio, che indiretto dato l’aumento del prezzo dei fertilizzanti di sintesi, impatta sull’agricoltura e sui costi di produzione. Senza un adeguamento dei prezzi al consumatore finale, questa condizione rischia di strozzare le nostre aziende agricole, già duramente colpite da due anni di pandemia che ha causato il blocco del canale Horeca, ancora non ripartito pienamente”. Così il presidente Cia Umbria Matteo Bartolini nel suo intervento a Venturina Terme. “Le aziende agricole non possono fermarsi, a differenza di altri settori che, visto l’aumento vertiginoso dei costi energetici, hanno deciso di chiudere anche per 15-20 giorni. Con queste premesse, è allora evidente che serve agire studiando un piano territoriale che metta insieme aziende agricole, le amministrazioni pubbliche a livello comunale e regionale, di concerto con il governo centrale per creare – ha chiarito Bartolini – le condizioni affinché si possa, se non raggiungere la piena autonomia energetica, quanto meno contribuire notevolmente a ridurre la nostra dipendenza di energia dall’esterno”.