Venerdì 1 aprile inizia a Perugia un ciclo di conferenze sul progetto “Per una storia delle istituzioni educative in Umbria”, lanciato in febbraio da una comunità di ricerca regionale facente capo alla Fondazione Sant’Anna di Perugia e a Proteo Umbria. L’esordio, alle ore 17:30 nella sala della Fondazione S.Anna, vede protagonista proprio l’Istituto Sant’Anna e la presenza nel XIX secolo di un orfanotrofio nel quale si insegnava a lavorare. La relazione sarà curata dal professor Manuel Vaquero Pineiro dell’Università degli studi di Perugia.
Il contributo del relatore si soffermerà sulla presenza di un lanificio e sui collegamenti con il mondo manifatturiero e il mercato del lavoro perché, nell’aspirazione di fornire ai ragazzi un’educazione teorica-pratica, insieme all’istruzione scolastica classica e alle lezioni di canto e disegno, si prevedono da sei a otto ore giornaliere di lavoro manuale. L’obiettivo è fornire le competenze in un determinato mestiere, da cui la presenza negli “organici degli insegnanti” degli artigiani, tra cui i sarti.
Secondo Vaquero “da un punto di vista professionale, la sartoria è il reparto che conserva più a lungo una ben definita fisionomia. Ormai non più nel ruolo di produttore di pezze di stoffe, ma in quello di fornitore di tele tagliate per la confezione di pantaloni, tuniche, lenzuola, mantelli e vestiti vari, lo stabilimento, per lo meno fino al 1934, rimane al centro di un movimentato traffico di tessuti fra i quali occupa una posizione quantitativamente predominante il cotone”. A dimostrazione di questa volontà formativa, nel 1871 si prospettò perfino la costruzione di un impianto di tintura di panni da affidare a un abile maestro in grado di trasmettere i segreti dell’arte agli allievi tintori. Il tutto con la scuola-fabbrica al centro di un fitto scambio di relazioni, anche commerciali, con il tessuto imprenditoriale della città.