Proprio quando la pandemia sembrava essere finita dopo un biennio da incubo e si intravedeva la luce in fondo al tunnel, i venti di guerra in Ucraina hanno scatenato una situazione di instabilità e di preoccupazione. I costi per l’energia e le materie prime sono aumentati in modo spropositato, causando danni gravissimi all’economia italiana ed europea. Si prospettano tempi duri per imprese e famiglie a causa di questi sconvolgimenti. Gli effetti economico-sociali a catena saranno disastrosi, se non si interviene con adeguate contromisure a livello globale.

I prezzi delle materie prime come carburante, grano, farine stanno raggiungendo livelli mai visti: le imprese che di queste materie prime fanno la loro fonte produttiva principale non riescono più a sostenere i costi. Le ricadute sul mondo dei panificatori sono particolarmente gravi. Secondo la neo-costituita Assipan della provincia di Cosenza, all’aumento registrato tra settembre e ottobre 2021 si è aggiunto un rincaro del 30% sul prezzo delle farine di grano tenero e addirittura del 150% sulle farine di grano duro.

Per valutare la situazione completa bisogna aggiungere gli aumenti per la produzione e per la distribuzione: +100% per il gas, +50% per l’energia elettrica, +50% per il carburante, +30% per zuccheri e grassi. Inoltre le materie prime necessarie, come i pezzi di ricambio per i macchinari, sono arrivate ad aumentare anche del 300% e le plastiche per il confezionamento del 130%. La scarsità di risorse induce i fornitori a ridurre le garanzie sulle forniture nonostante contratti già siglati: dai 12 mesi garantiti ad appena 2. Secondo i panificatori cosentini, questi aumenti avranno giocoforza ricadute sui prezzi di vendita al dettaglio del pane. L’alternativa sarebbe la chiusura di molte aziende.