L’ortofrutta resta in gran parte ferma al Sud, anche se nessuna associazione dell’autotrasporto ha proclamato lo sciopero. In Sicilia è nato un blocco spontaneo e poco alla volta si sta allargando a macchia d’olio alle altre regioni del Mezzogiorno. Dopo la Puglia, ci sono infatti anche Basilicata, Calabria e Campania. Manifestazioni spontanee, ma la merce resta in magazzino intanto. Si fermano le raccolte negli agrumeti e nelle serre. Nei punti vendita potrebbero iniziare a breve i buchi per agrumi e verdure, le catene cercano sollievo all’estero.
Federdistribuzione è preoccupata dalla protesta degli autotrasportatori: “L’interruzione della circolazione dei mezzi, infatti, causa disagi alla normale attività di consegna delle merci – specifica l’organizzazione – con il rischio di forti ricadute sull’approvvigionamento della rete di punti vendita della distribuzione a livello locale, e non solo. Un problema che interessa in particolar modo i prodotti freschi, come frutta e verdura, a rischio deterioramento, che può arrecare enormi danni economici a tutta la filiera agroalimentare, oltre che disagi ai consumatori”. Federdistribuzione chiede l’intervento delle autorità, immediatamente.
Ieri, intanto, è scattato il blocco bure al porto di Palermo. Giovanni D’Agati, presidente del Consorzio Il Tardivo di Ciaculli, si domanda: “Dov’è lo Stato? Un gruppo di autotrasportatori si alza la mattina e in barba a tutte le regole democratiche blocca un’isola intera! Il costo delle pedane è cresciuto nell’ultimo periodo, abbiamo riconosciuto agli autotrasportatori gli aumenti richiesti e poi ci ritroviamo a subire questa situazione? E come se non bastasse ora ci impediscono di lavorare, ma il lavoro dovrebbe essere un diritto sancito dalla Costituzione, eppure le istituzioni non hanno mosso un dito. Noi siamo buoni solo per pagare le tasse. Il comparto produttivo ha i magazzini pieni di articoli già confezionati, con gli agrumi siamo a fine campagna, lasciare il prodotto in campagna è rischioso, così non può funzionare: si stanno causando danni enormi al sistema produttivo”.
“Limoni pronti per la Germania, arance per la Svizzera, ortaggi per i mercati del Nord. Svariate migliaia di euro rischiano di andare in fumo se non si sblocca la vertenza dei tir che sta impendendo agli agricoltori di far partire il raccolto già ordinato”. Lo afferma in una nota Coldiretti Sicilia che parla di “vera e propria tragedia”, perché, spiega, “i prodotti sono già raccolti, confezionati e il mancato arrivo provocherà penalizzazioni ulteriori”.
Il blocco al Sud inizia a far sentire i primi effetti al Nord, come fa sapere Salvatore Musso, dell’Ortomercato di Milano, a Italia Fruit: “Le derrate partite dalla Sicilia sabato sono state scaricate lunedì; mentre quelle caricate lunedì e che dovevano partire oggi sono rimaste ferme. Questa iniziativa sta favorendo le aziende estere: tutte le mattine arriva merce dalla Spagna e trova buon mercato. Speriamo che il dialogo porti a una risoluzione, perché si sta creando un braccio di ferro tra produzione e trasporti pericoloso: così ci si danneggia a vicenda”.
“I prodotti sulle piante non hanno gli stessi tempi della politica – commenta Giuseppe Zarba, presidente dell’Associazione concessionari dell’Ortomercato di Vittoria – Oltre al danno economico incalcoblabile che potrebbe avvenire nei prossimi giorni, causato da un accumulo di merce e da un possibile rimbalzo dei prezzi perché i committenti si stanno rivolgendo in Spagna e in altri Paesi. Si rischia di innescare una bomba sociale e una guerra tra poveri”.