Assoprofessioni, a cui la Lapet aderisce, a difesa della concorrenza. Il presidente nazionale Lapet Roberto Falcone, in qualità di segretario generale Assoprofessioni, audito ieri 8 febbraio 2022 presso la X Commissione permanente industria, commercio e turismo del Senato, nell’ambito dei lavori relativi al disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza (AS 2469), ha ribadito che la concorrenza migliora la qualità dei servizi resi ai clienti.
Per questo, nonostante debba essere dato merito al Governo di avere riportato la concorrenza al centro dell’azione, ha destato stupore il fatto che nel testo del disegno di legge non venga fatta menzione della concorrenza nel settore dei servizi professionali. Ciò a maggior ragione se si considera che per l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, il deficit di concorrenza che si registra in Italia in diversi settori, primo tra tutti quello dei servizi professionali, è una causa del divario di crescita tra il settore produttivo italiano e quelli dei paesi più evoluti dell’Unione Europea. Non solo, perché anche le indagini della Commissione europea hanno evidenziato i chiari benefici economici che deriverebbero dalla riduzione delle restrizioni che affliggono il mercato dei servizi. Tanto è vero che nella Comunicazione COM(2021) 385 final, del 9 luglio 2021, la Commissione ribadisce che il mercato dei servizi professionali continua ad essere frenato da ostacoli ingiustificati ed inutili.
Alla luce del contesto appena descritto “abbiamo chiesto anche nel settore dei servizi professionali la piena attuazione delle norme contenute nel Capo VII del disegno di legge, relative alla concorrenza, alla rimozione degli oneri per le imprese ed alla parità di trattamento tra gli operatori” ha aggiunto Giorgio Berloffa presidente Assoprofessioni. La confederazione auspica dunque che la legge sulla concorrenza divenga la sede in cui realizzare il monitoraggio delle attuali riserve professionali, con la rimozione di quelle che risulteranno violare il diritto all’esercizio di una professione liberamente scelta e di quelle sproporzionate rispetto all’obiettivo perseguito. Una riserva che si suggerisce di rimuovere è quella relativa all’apposizione del visto di conformità sulle dichiarazioni fiscali e sui bonus edilizi, anche perché le informazioni garantite all’Agenzia delle Entrate dalla fatturazione elettronica rendono anacronistico l’adempimento.
Tuttavia, qualora dovesse persistere, Assoprofessioni ha ribadito che in forza dei principi di libera concorrenza, l’apposizione del visto debba essere estesa anche ai Tributaristi Qualificati e Certificati e Revisori legali. Ulteriore riserva che nella memoria depositata in Parlamento si suggerisce di rimuovere è la preclusione al patrocinio tributario per i Tributaristi Qualificati e Certificati, che determina una segmentazione delle attività di difesa del contribuente, pertanto comporta un aumento dei costi e una riduzione dell’efficacia deflattiva del procedimento di reclamo e mediazione di cui all’articolo 17bis, D.lgs 546/1992.
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