Cna Federmoda Marche chiede che, dopo il Micam, venga rinviata a marzo anche LineaPelle, rassegna fieristica internazionale di pelletteria e accessori. Lo fa per bocca della presidente Doriana Marini e del presidente regionale Cna del mestiere Calzature e pelletteria Paolo Mattiozzi.
“La decisione di far slittare il Micam, noto appuntamento mondiale delle calzature, dal 20 febbraio al 13 marzo – sostengono Marini e Mattiozzi – priva LineaPelle del traino fornito storicamente dalla fiera milanese delle calzature. Inoltre a metà marzo sarebbe possibile operare in un quadro economico e sanitario che dovrebbe essere migliore dell’attuale”.
“Possiamo anche comprendere – precisano Marini e Mattiozzi in una lettera inviata al presidente di LineaPelle Gianni Russo – le motivazioni che hanno spinto, per ora, a non rinviare la Fiera che conta 900 espositori prenotati, come ad esempio chi lavora per le grandi griffe, che già a gennaio ha iniziato le ricerche di nuovi materiali. Ci sono però nostre piccole realtà espositive che trattano un segmento diverso e che, in questo contesto economico – sanitario ci chiedono a gran voce il rinvio perché garantirebbe per loro maggiore presenza di buyer e visitatori non solo italiani ma dall’Europa, dagli Stati Uniti, da grandi paesi manifatturieri come Cina Brasile e Vietnam e da mercati strategici come Russia, Emirati Arabi e Giappone”.
Sono circa un centinaio le imprese delle Marche che vedono Micam e LineaPelle come appuntamenti fondamentali per garantirsi commesse e quindi anche un futuro meno incerto di quello attuale. Si tratta di imprese calzaturiere, ma anche che producono borse, divani, cinture, capi di abbigliamento in pelle fino ai sedili di auto, minuterie e accessori. Se non si rinvierà a marzo LineaPelle, dice Cna Marche, molte aziende potrebbero rivedere la loro partecipazione alla Fiera. E dire che le imprese di pelli e calzature arrivano da un anno difficile, sono passate da 3.340 a 3.214, -126 imprese attive. Gli addetti, secondo il Centro studi Cna Marche, sono calati da 23.776 e 22.690, con la perdita di 1.086 posti di lavoro. Difficoltà che si estendono all’export, con un aumento del 7,2 per cento rispetto al +20,3 per cento dell’export nazionale di settore e del 12,7 per cento di tutto l’export manifatturiero marchigiano.
C’è poi il grande nemico del rincaro energetico, con le bollette che sono aumentate a gennaio del 112 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019. Solo l’8 per cento delle aziende, secondo un’indagine della Cna, trasferirà per intero l’aumento delle bollette sul prezzo di vendita, il 55 per cento lo farà parzialmente e il 37 per cento non ritoccherà i listini. A causa degli aumenti energetici, il 6 per cento potrebbe fermare l’attività, il 78 per cento pensa che ci sarà una riduzione degli utili, il 13 per cento un calo della produzione. Solo il 3 per cento non avrà impatti significativi. C’è poi il difficile reperimento e il rincaro delle materie prime.
“Tutte queste considerazioni – concludono Marini e Mattiozzi – impongono di non sbagliare nemmeno una mossa per agganciare la ripresa e uscire dal tunnel della crisi. Rinviare LineaPelle e farla coincidere con il traino del Micam sarebbe un primo e importante passo in questa direzione”.