“Nell’ultimo mese, le prospettive delle imprese del turismo, del commercio e dei pubblici esercizi sono radicalmente mutate. E se l’autunno era stato caratterizzato da una graduale ripresa, anche se lenta e faticosa, l’arrivo dell’inverno ha purtroppo segnato una netta inversione di tendenza negativa: tra paura, smartworking e restrizioni, l’aumento dei contagi ha portato ad un ‘lockdown di fatto’, anche se mai dichiarato, che ha affondato i fatturati delle attività dei tre settori”. A lanciare l’allarme è Confesercenti Varese.
Il 51 per cento dei consumatori fa sapere di evitare di andare in bar e ristoranti, o comunque di aver ridotto la frequentazione di questi locali; il 32 per cento ha rinunciato a fare un viaggio o ha disdetto una vacanza in precedenza prenotata. Un altro 32 per cento ha ridotto o evitato di fare acquisti nei negozi per paura degli assembramenti. Le vendite a saldo hanno rallentato fin quasi allo stop, un milione di clienti ha rinunciato a fare shopping per paura in particolare della variante Omicron. Chi non rinuncia agli acquisti, è molto più prudente: il 25 per cento non entra in un negozio troppo affollato e fa la fila fuori dal punto vendita.
È aumentato il numero di imprese che hanno mandato i dipendenti in smart working: secondo il sondaggio Ipsos per Confesercenti, il 48 per cento dei lavoratori delle imprese private è già in smart working o sta per tornarci. Vale a dire circa 5,5 milioni, di cui un milione (il 15 per cento) per la prima volta.
Secondo Confesercenti, questo avrà un impatto forte sui pubblici esercizi del centro e nei quartieri degli uffici, almeno 850 milioni di minori consumi al mese.
Per il turismo, lo stop ai viaggi si sente anche e soprattutto nelle agenzie di viaggio, ferme da quasi due anni. Ma anche nel settore dei trasporti pubblici, delle guide e degli accompagnatori. Nell’ultimo mese, è tornato in crisi il settore ricettivo, soprattutto nelle città d’arte. Gli alberghi riportano di un tasso di occupazione delle camere inferiore al 30 per cento, la perdita di fatturato si aggira tra il 70 e l’80 per cento e si prevede una riduzione ulteriore a causa delle cancellazioni di congressi e meeting.
“Il quadro previsionale che era stato previsto con la Legge di Bilancio si è radicalmente modificato: l’aumento dei contagi ha creato un clima di sfiducia che sta frenando i consumi delle famiglie”, commenta Confesercenti. “Un problema soprattutto per le piccole e piccolissime imprese italiane del turismo, della ristorazione, del commercio e dei servizi. Così si rischia di mettere la parola fine alla ripresa: in questo quadro non basta ‘non escludere’ l’ipotesi di nuovi sostegni, bisogna intervenire al più presto, con misure adeguate a tutelare l’attività ed il lavoro delle imprese colpite, a partire dalla proroga degli ammortizzatori sociali Covid e dell’esenzione del pagamento del canone unico per le attività commerciali almeno fino al 30 giugno 2022. Ma occorre dare continuità anche alle misure per il credito previste dal DL Liquidità, che ha messo a disposizione delle imprese circa 169 miliardi di euro di finanziamenti. Il Consiglio dei ministri agisca subito, il clima di incertezza richiede interventi congrui e urgenti”.