Scende l’evasione fiscale. Secondo il tax gap elaborato dal ministero dell’Economia e delle Finanza, nel 2019 l’evasione in Italia sarebbe scesa a 80,6 miliardi di euro. Negli ultimi cinque anni sono stati recuperati 13 miliardi di euro. Lo fa sapere l’ufficio studi della Cgia di Mestre.
A contribuire in maniera importante per il recupero dei soldi ‘nascosti’ c’è sicuramente la fatturazione elettronica, introdotta nel 2019. Anche il leggero calo delle tasse negli ultimi anni ha avuto un effetto positivo: la contrazione della pressione fiscale è stata utile per ridurre l’evasione. Il prossimo passo sarà far pagare le tasse pure ai colossi dell’e-commerce presenti nel nostro Paese. Servirà poi una riforma del fisco che tagli strutturalmente il peso delle tasse su tutti i contribuenti; in questo modo, nei prossimi 4-5 anni, l’evasione fiscale potrebbe anche ridursi della metà , allineandosi in questo modo al contesto europeo.
Passiamo ad analizzare chi paga l’Irpef. Dicono: all 90 per cento pensionati e lavoratori dipendenti. Ma la Cgia di Mestre non è d’accordo. È palese che oltre l’82 per cento dell’Irpef è versata dai pensionati e dai lavoratori dipendenti, che rappresentano l’89 per cento del totale dei contribuenti Irpef presenti in Italia. Ma qual l’importo medio versato da ciascun contribuente facente parte delle tre principali categorie che pagano l’imposta sulle persone fisiche (autonomi, dipendenti e pensionati)? Dai dati del 2018, scopriamo che i pensionati pagano un’Irpef netta annua di 3.173 euro, i lavoratori dipendenti di 4.006 euro e gli autonomi di 5.741 euro. Ecco perché non va accusato pregiudizialmente nessuno, tantomeno interpretando in modo scorretto i dati.