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Renato Carraffa: “Eredità digitale, affidare al notaio anche le proprie volontà sulla gestione di profili e utenze social dopo la morte” In assenza di norme specifiche ogni piattaforma segue regole proprie, l’ideale è affidare in anticipo le credenziali a una persona di fiducia

di Redazione
23/12/2021
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Chiunque oggi ha un profilo su uno o più social network e anche i più diffidenti verso la condivisione utilizzano utenze online nella vita quotidiana, per esempio con l’home banking e la posta elettronica. L’identità digitale, quindi, deve essere tutelata al pari di quella reale in ogni situazione, compresa la scomparsa di una persona. Ad ora, la legge non prevede norme specifiche sulla gestione dell’eredità digitale, quindi le credenziali e le password per l’accesso ai profili, ma è fondamentale essere consapevoli di quanto potrebbe accadere.

È notizia di questi giorni che una famosa piattaforma social sta predisponendo un sistema per garantire ‘la successione’ delle informazioni e credenziali alle persone designate dall’utente: ma con quali garanzie? Siamo sicuri che una piattaforma, gestita da un algoritmo, possa garantire l’effettivo ‘passaggio di consegne’ garantendo il pieno rispetto della vita privata?

“Il mio consiglio è di indicare espressamente una persona di fiducia a cui affidare le credenziali d’accesso, ricordandosi di aggiornarle ogni qual volta vengano cambiate, e di fornire indicazioni precise su cosa si desidera che venga fatto dopo la propria morte – spiega Renato Carraffa, titolare dell’omonimo studio notarile con sede a Roma e Bracciano – Si tratta di un mandato ‘post mortem’, senza il quale la persona scelta potrebbe avere grandi difficoltà a recuperare documenti e dati”. E anche nel caso in cui si voglia che i propri profili vengano oscurati e le informazioni distrutte, aggiunge il professionista, è bene “lasciare disposizioni scritte, chiare e dettagliate, possibilmente con dichiarazione davanti al proprio notaio di fiducia, per evitare contestazioni”.

In assenza di una normativa sul tema, infatti, ogni piattaforma adotta una politica particolare, che spesso, poiché le società hanno sede in paesi stranieri, non è compatibile con le regole dell’ordinamento italiano. Facebook, per esempio, ha cambiato la propria di recente: il profilo di una persona scomparsa non viene più cancellato in automatico subito dopo la comunicazione del decesso, ma può essere trasformato in un ‘account commemorativo’ per volere di familiari, parenti o amici. Gmail, invece, comunica le credenziali del defunto solo agli eredi che forniscano il certificato di morte e che dimostrino di aver avuto una corrispondenza telematica con la persona scomparsa, mentre Hotmail prevede la chiusura dell’account (a cui gli eredi possono accedere con il certificato di morte) dopo alcuni mesi di inattività. Diverso, invece, è il discorso per la gestione dei conti bancari: la persona a cui si consegnano le credenziali per la gestione dell’home banking non ha diritti sul denaro conservato all’interno, che sarà attribuito agli eredi secondo quanto previsto dal Codice Civile e, se presente, dal testamento. Il conto corrente online, infatti, è considerato alla stregua di un conto tradizionale.

Al di là delle diverse impostazioni, è importante essere prudenti e diffidare dei servizi online che, in cambio di somme molto alte, promettono di farsi carico dell’esecuzione della volontà di una persona in caso di morte consegnando le sue credenziali al destinatario prescelto. “Evidentemente al momento dell’accordo non si è grado né di verificare la buona fede e la competenza di questi soggetti né di prevedere se la società continuerà a operare nel tempo” rileva Carraffa, ribadendo come “l’unico professionista abilitato a raccogliere le ultime volontà di una persona, anche per quanto riguarda la gestione della sua ‘eredità digitale’ sia il notaio; bisogna quindi diffidare da chi, on line, offre servizi di testamenti effettuati con firma digitale, che, è bene che tutti lo sappiano, non hanno alcun valore giuridico e sono da considerare come inesistenti e quindi nemmeno confermabili dagli eredi legittimi”.  Da qui, in attesa che lo Stato legiferi sulla materia, il consiglio è di consultare il decalogo realizzato dal Consiglio nazionale del Notariato (http://www.notariato.it/wp-content/uploads/Ereditx_Digitale.pdf), che fornisce linee guida su come agire in questo tipo di situazioni.

 

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