Confartigianato Sardegna: edilizia boom, ma attenzione alla burocrazia

L’edilizia in Sardegna corre, ma la burocrazia rischia di rappresentare un ostacolo talvolta insormontabile. Nei primi otto mesi del 2021, il sistema è riuscito a crescere in modo travolgente. Il fatturato è cresciuto del 35,9 per cento rispetto al periodo pre-covid contro il +30 per cento nazionale. Sono stati immessi sul mercato più di 500 milioni di euro grazie al superbonus e ai bonus casa. In Sardegna oggi ci sono 23 mila imprese e 49 mila addetti del settore.

Per fare chiarezza sulla burocrazia che fagocita le velleità degli imprenditori, a Cagliari si è tenuto il convegno ‘Edilizia artigiana tra bonus e incentivi: quali prospettive per il sistema casa?’, organizzato da Confartigianato Imprese Sardegna. Sono intervenuti Maria Amelia Lai, presidente regionale di Confartigianato Imprese Sardegna, Quirico Sanna, assessore regionale all’Urbanistica, Paolo Truzzu, sindaco metropolitano e di Cagliari, Marco Granelli, presidente nazionale di Confartigianato, Stefano Crestini, presidente nazionale di Confartigianato Edilizia, e Alessandra Todde, vie ministro allo Sviluppo Economico.

Lai ha aperto la seri di interventi, spiegando come il convegno sia uno strumento utilissimo in un periodo in cui, pur in presenza di situazioni congiunturali proibitive, il settore casa sta crescendo grazie agli incentivi, molto apprezzati. Ne sta risentendo positivamente anche l’indotto isolano, in particolare il mondo dell’artigianato. Tema attuale quello di cui si è discusso visto che nella nuova Manovra la questione bonus e incentivi dovrebbe essere riordinata e ridefinita meglio. Non mancano però le ombre: le difficoltà per il trasporto persone, la continuità aerea e marittima insufficienti, i costi aggiuntivi per il trasporto merci, i costi dell’energia, l’aumento dei prezzi delle materie prime, i problemi nel reperire manodopera qualificata.

Tra le luci, l’iter di approvazione dell’insularità in Costituzione che procede spedito. I segnali di ripresa in tutti i settori. E le risorse che nei prossimi anni non mancheranno: “Il problema sarà spenderli e spenderli bene”. In Sardegna, la Regione in questi anni ha lavorato bene, in particolare con il rifinanziamento della legge 949/52.

La crescita del settore edilizio è stato ben caratterizzato e rappresentato dai dati elaborati dall’Ufficio studi di Confartigianato Impresa Sardegna, presentati da Enrico Quintavalle, responsabile nazionale dell’Ufficio studi, e da Licia Redolfi, responsabile per la Sardegna.

Il “sistema casa” in Sardegna, come detto, conta 23 mila imprese, di cui poco più di 10mila sono artigiane, corrispondenti al 44,7%. L’84,7% di queste ultime, appartengono al comparto delle Costruzioni, mentre il restante 15% a quello del manifatturiero (produttori di manufatti in legno, terracotta, calcestruzzo, gesso, elementi in metallo e tagliatori di pietre). Tutto il sistema casa della Sardegna offre oggi lavoro a 49 mila addetti, che nel 45,8% dei casi (oltre 22mila) sono occupati in imprese artigiane del settore.

Negli ultimi 22 mesi caratterizzati dal Covid-19 – da marzo 2020 a novembre 2021 – sono nate complessivamente 1.453 nuove imprese delle costruzioni, il 10,2% delle oltre 14 mila totali. Quello delle costruzioni, al netto delle start-up a cui non è ancora stato assegnato il codice Ateco corrispondente, è il terzo settore per numero di iscrizioni nel periodo pandemico.

Nell’Isola, il trend del fatturato del settore Costruzioni nel periodo pandemico (2020-2021) rispetto al 2019, risente in modo positivo dell’effetto bonus e segna un recupero a doppia cifra, pari al +35,9%, superiore al +30% nazionale che posiziona la nostra regione 3a nella classifica nazionale. Evidenza in contrasto con quanto rilevato per il peso sul valore aggiunto delle detrazioni in ristrutturazioni ed ecobonus che poneva la Sardegna oltre la metà della classifica.

Grazie all’impulso dato dalla combinazione superbonus110% e bonus casa, la Sardegna si posiziona terza in Italia per il valore aggiunto creato, pari al +19,3%, sopra di 7,2 punti al valore medio nazionale.

Il superbonus del 110%, introdotto a maggio con il Decreto “Rilancio”, pur presentando criticità applicative, sta favorevolmente sostenendo la domanda di interventi di ristrutturazione degli immobili. Secondo un recente sondaggio di Confartigianato, nel IV trimestre del 2021 la quota di consumatori che indicano certa o probabile una ristrutturazione della propria abitazione raggiunge il 24%, il massimo storico dal 2006.

Al 31 novembre 2021 il totale investimenti ammessi a detrazione ammonta a livello nazionale a 11.936 milioni di euro, mentre quelli relativi a lavori conclusi ammessi a detrazione sono pari a 8.277 milioni di euro. In Sardegna le asseverazioni a novembre 2021 sono complessivamente 2.391 per un totale di investimenti pari a 412 milioni di euro e investimenti lavori conclusi di 273 milioni di euro.

Sul fronte del mercato del lavoro, conseguenza del buon trend di recupero del settore, è per le costruzioni che si registra l’incremento più accentuato delle nuove entrate previste (+84%). Alla maggior ricerca di personale si accompagna un aumento della difficoltà di reperimento di operai specializzati nell’edilizia e nella manutenzione degli edifici: raddoppia la quota di imprese che lamentano la problematica della difficoltà di reperimento che passa dal 32,3% al 62%.

Esaminando il trend delle nuove assunzioni previste dalle imprese sarde con dipendenti rileviamo che a livello settoriale è nelle Costruzioni che si ha un incremento più accentuato (+84%) delle entrate previste tra dicembre 2021 e febbraio 2022 rispetto allo stesso periodo pre crisi (dicembre 2019-febbraio 2020). La variazione registrata risulta migliore rispetto a quella totale del +24,8%.

A fronte di una crescente ricerca di nuove figure da inserire nelle imprese del settore in esame, si rileva anche che: la quota di entrate ritenute di difficile reperimento per operai specializzati nell’edilizia e nella manutenzione degli edifici, pari al 62,0%, risulta di 26,2 punti superiore alla quota media rilevata per il totale (35,8%); nell’anno in corso (2021) la difficoltà di reperimento di figure chiave per il settore è addirittura più che raddoppiata passando, dal periodo pre-Covid-19 (dicembre 2019-febbraio 2020) ad oggi, dal 32,3% al 62,0%.

Un possibile scacco alla continuità della ripresa del settore è rappresentato, però, dall’elevato incremento dei prezzi delle materie prime. Si stima che in Sardegna ciò comporterà maggiori costi annui per le 12 mila MPI del settore pari a 198 milioni di euro. Il caro-commodities odierno ha effetti sul bilancio 2021 delle mpi. Gli acquisti di materie prime delle micro e piccole imprese delle costruzioni nel 2020 sono calcolati pari a 39.024 milioni di euro (nazionale). Nel settore l’incidenza sul fatturato degli acquisti di materie prime è del 33,1%.

Le statistiche sulle dichiarazioni Irpef permettono di analizzare la dinamica dei contribuenti che richiedono le detrazioni per ristrutturazioni ed efficientamento energetico ed il loro ammontare negli anni precedenti alla diffusione del virus (2015-2019). Seppur l’utilizzo delle detrazioni edilizie nella nostra regione è risultato sempre particolarmente contenuto rispetto ad altre realtà territoriali, per lo più del nord del Paese, da questi dati si osserva come nel tempo ci sia sempre stato un maggior ricorso al recupero edilizio (82,3%) rispetto alle procedure per il risparmio energetico insieme ad un incremento costante sia dei contribuenti che dell’ammontare delle spese detratte: i primi sono passati dai 146 mila del 2015 ai 207 mila del 2019 e le spese da 77.787 mila euro del 2015 al 130.374 mila euro del 2019.

Nel 2019, 161mila contribuenti sardi hanno detratto 107milioni di euro (media 66.300 euro) per la riqualificazione delle abitazioni, generando così un giro d’affari per le imprese di 214 milioni di euro. Sempre nel 2019, per il risparmio energetico, 45.561 cittadini hanno invece portato in detrazione 23 milioni di euro, per una media di 503 euro, immettendo nel mercato poco meno di 34 milioni di euro. Grazie a questi numeri, grazie alle detrazioni in Sardegna la riqualificazione degli immobili, strutturale ed energetica, ha consentito di immettere nel circuito economico ben 248 milioni di euro che, per la quasi totalità, sono andati a sostenere le piccole e medie imprese sarde.

Nel dettaglio della distribuzione per tipologia di lavori degli investimenti sostenuti da ecobonus, nel 2020, si registra il 38% riferito ai serramenti (15.6 milioni di euro), il 27,6% riferito a pompe di calore (11.3), il 10,5% a schermature (4.3), l’8,8% a pareti orizzontali (3.6), il 5,6% a pareti verticali (2.3), il 4,6% a caldaia a condensazione (1.9), il 2% Impianti a biomassa (0,8), l’1,7% il solare termico (0.7) e lo 0,2% a building automation (0.1). A livello provinciale valori più elevati degli investimenti in ecobonus per abitante li rileviamo per Cagliari e Sassari.

Per l’assessore regionale all’Urbanistica, Quirico Sanna, “vi è la necessità di premiare le buone leggi che valorizzano gli immobili e il territorio senza deturpare l’ambiente. Abbiamo bisogno di dare risposte concrete alle imprese e riqualificare i territori: la Legge Omnibus è andata proprio verso questa necessità ma ora vediamo che è stata impugnata dal Governo. E questa cosa è profondamente sbagliata perché abbiamo solo risposto alla richiesta di tanti Comuni che chiedevano una modifica della vecchia legge. Dobbiamo dare supporto e risposte alle imprese che, fino a poco tempo fa, erano veramente alla canna del gas. Anche per questo serve il rilancio del Piano Casa e la proroga del bonus 110%”.

Secondo il presidente nazionale di Confartigianato, Marco Granelli, e il presidente di Confartigianato Edilizia, Stefano Crestini, la ripresa in corso potrebbe venire rallentata dal depotenziamento degli incentivi fiscali per l’edilizia, i quali hanno la funzione di sostegno della domanda, favorendo l’utilizzo produttivo dell’eccesso di risparmio accumulato nel corso della pandemia. La manovra dovrebbe accelerare la dinamica degli investimenti in costruzioni, il cui tasso di crescita annuo nel periodo 2022-2024 passa dal +4,6% all’anno a politiche invariate, al +5,1% del quadro programmatico: per sostenere questo trend è necessario mantenere inalterata l’intensità dei bonus edilizi. Gli interventi sul parco edilizio, sostenuti dagli incentivi fiscali, sono essenziali per la transizione ecologica. Il 65% delle abitazioni è stato costruito prima del 1976, anno della prima legge sul risparmio energetico. Inoltre, va ricordato che i bonus edilizi rispettano le priorità per gli interventi della manovra di bilancio indicate dal Governo: sostegno per la crescita, il lavoro e la produttività. Per quanto riguarda l’occupazione, gli investimenti attivati attraverso le detrazioni fiscali assorbono, considerando anche l’indotto delle costruzioni, 382 mila occupati in media annua.

L’impulso degli incentivi fiscali si associa a un marcato aumento della produttività delle costruzioni, settore in cui dominano le micro e piccole imprese, che determinano l’87,5% dell’occupazione: nell’arco dell’ultimo quinquennio 2015-2020 il valore aggiunto per ora lavorata nelle costruzioni sale del 7,4% a fronte del +0,2% della media dell’Ue a 27. Infine, gli effetti degli interventi sulle detrazioni edilizie ricadono su ampia platea di imprese della filiera che comprende l’edilizia, l’installazione di impianti e gli altri lavori specializzati nelle costruzioni, la produzione di manufatti per l’edilizia, i servizi immobiliari e gli studi professionali di ingegneria e architettura: si tratta di quasi un milione di imprese (969 mila unità) con oltre 2,2 milioni di addetti. Gli effetti anticiclici degli interventi fiscali sono necessari per rilanciare le imprese della filiera dell’edilizia che, prima della pandemia, tra il 2008 e il 2019, hanno perso quasi un milione (935 mila) di occupati.

Confartigianato richiede l’impegno di tutte le forze politiche affinché in sede di approvazione del disegno di legge venga prevista analoga proroga per gli interventi su unità unifamiliari di quella stabilita per i condomini. Al riguardo, pertanto, anche in considerazione delle finalità della norma, andrebbe prevista l’estensione temporale del superbonus fino al 2023 per gli interventi sulle singole unità immobiliari che rappresentano l’abitazione principale del contribuente, estensione che, però, deve avvenire in assenza di ulteriori vincoli. Si evidenzia che porre come ulteriore condizione la presenza di un Isee non superiore a 25.000 euro, oltre a introdurre complessità in un sistema già di per sé molto tortuoso, di fatto limita gli interventi relegandoli a una platea di contribuenti che potrebbero non avere neppure la disponibilità finanziaria per sopportare quegli iniziali oneri che non è detto si trasformino in crediti d’imposta. Ci si riferisce alle iniziali spese per progetti di fattibilità che non sempre, poi, sfociano, per mancanza di requisiti, in interventi eleggibili al Superbonus.

Confartigianato valuta positivamente anche la proroga triennale della possibilità di concedere lo sconto in fattura o di cedere i crediti relativi ai bonus edilizi. Tale proroga, prevista nel disegno di legge di bilancio 2022 va, però, letta in stretta relazione ai contenuti del DL n. 157 del 2021 recante misure di contrasto alle frodi nel settore delle agevolazioni fiscali (cosiddetto DL controlli). Confartigianato ritiene che prevenire gli abusi e l’uso distorto degli incentivi del “settore casa” sia indispensabile a tutela dei tanti contribuenti e imprese che operano con correttezza sul mercato. Ma l’urgenza dell’intervento, concretizzatasi in un decreto-legge, ha bloccato, di fatto, la concessione dello sconto in fattura ovvero le cessioni dei crediti per lavori edilizi. Meglio sarebbe stato intervenire con un emendamento in legge di bilancio che avrebbe concesso agli operatori la possibilità di affrontare, con maggior ponderatezza, i nuovi adempimenti introdotti. È del tutto incomprensibile l’obbligo generalizzato del visto di conformità e di asseverazione della congruità della spesa introdotto dal “DL controlli” per tutti gli interventi senza nessun limite di valore degli stessi: anche per un intervento da poche migliaia di euro, come la sostituzione di una semplice caldaia o anche solo di una finestra, per poter beneficiare dello sconto in fattura ovvero della cessione del credito, è necessario ora sostenere le spese per visto e asseverazione, con la conseguenza che i nuovi oneri, in molti casi, rischiano di superare l’importo del beneficio fiscale.

Per il Sindaco di Cagliari e della Città Metropolitana, Paolo Truzzu, “lo Stato deve dire stop allo stato d’emergenza perenne dato dalla pandemia e dobbiamo uscire da questo stato mentale. I fondi in arrivo sono veramente ingenti e, per questo, è necessario un confronto costante con le Associazioni di categoria anche per capire i bisogni delle imprese. E’ necessario un sistema di regole chiare e semplici. Gli enti locali, soprattutto in quest’ultimo periodo, hanno dimostrato di saper programmare e di spendere bene le risorse arrivate. In tutto questo panorama, è in gioco il futuro di ogni nostra comunità”.

Secondo il vice ministro allo Sviluppo Economico, Alessandra Todde, “è importante che chi lavora e crea occupazione, come le imprese, possa operare in un contesto fertile per crescere e per questo il PNNR rappresenta una opportunità unica. Dobbiamo avere una “visione” e un contesto stabile che non cambi in ogni momento. E’ necessario un rapporto costante tra Politica e Imprese per creare norme buone e semplici che possano far crescere il Paese. E il superbonus ne è un esempio, che guarda a un futuro di crescita e di sistema per il rinnovamento del patrimonio immobiliare. Infatti è stata uno stimolo che ha costituto un “ritorno” sia per le imprese, sia per la Nazione, grazie all’Iva e alle tasse. Su questa misura, che deve diventare strutturale, però è necessario trovare l’equilibrio. Insomma, tutti i bonus in edilizia sono messaggi di speranza e di ripartenza che però devono essere accompagnati dal una forte azione di semplificazione”.

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