L’Umbria, a sorpresa, ha visto aumentare il turismo (pernottamenti) pur in presenza del covid. Nell’ultima estate, stante anche la diminuzione dei contagi, c’è stata una fiammata di arrivi e presenze che ha riportato un po’ di ottimismo tra coloro che lavorano nel settore. Ma non solo. Si intravvede una possibilità concreta: che i flussi regionali possano crescere anche di molto, covid permettendo. Secondo l’Agenzia umbria ricerche, si potrebbero raggiungere i 10 milioni di turisti, quota che potrebbe rimanere stabile.
Almeno sei i punti di forza del cuore verde d’Italia: patrimonio culturale ampio e diffuso, luoghi ricchi di storia e di tradizioni, borghi sintesi del life style umbro, qualità della natura e del paesaggio, enogastronomia di eccellenza, eventi che hanno fatto e fanno la storia. Nel 2019, abbiamo registrato, in Umbria, 6,2 milioni di presenze che hanno prodotto un’occupazione media delle camere nelle strutture ricettive di appena il 39,9 per cento (fonte Isnart). Come dire che potremmo anche superare i 10 milioni di flussi. Per arrivare a un simile risultato, però, serve far convergere gli intenti di tutti coloro che possono contribuire alla crescita del sistema turismo.
L’Aur ha dunque fatto i conti in tasca alla regione. Quanti posti di lavoro avremmo con 10 milioni di presenze turistiche? Già sappiamo che al crescere del turismo, cresce la domanda dei beni prodotti nel territorio ospitante dovuta a un incremento dei consumi da parte dei turisti, così come crescono i redditi del residenti. Si ha poi un incremento degli investimenti nel settore, il che porta a un potenziamento delle imprese esistenti e alla nascita di nuove. Molte attività svolte occasionalmente diventano stabili. Secondo le stime Aur, i nuovi posti di lavoro – all’arrivo di dieci milioni di turisti – andrebbero da un minimo di 9 mila a un massimo di 10 mila. La spesa turistica dei pernottanti da un minimo di 730 milioni a un massimo di 830 milioni.
Le considerazioni finali si basano sul fatto che attualmente chi viene in Umbria non ha portafogli particolarmente gonfio. Si potrebbero conquistare altri target, dunque, come per esempio i turisti giapponesi, notoriamente ben disposti a spendere. Come arrivare a loro? Con una campagna promozionale rivolta al mercato nipponico, con accordi con tour operator di primo piano che lavorano con quel mercato. O ancora: trovare accordi stabili tra gli organizzatori dei grandi eventi umbri e il settore ricettivo, facendo sì che i turisti pernottino almeno quattro notti, omaggiati di biglietti gratuiti per le manifestazioni più importanti.