È tempo di bilanci per il Consorzio Tutela Vini Colli Berici e Vicenza: l’annata 2021, se ha visto un calo della produzione stimato tra il 15-25% a seconda delle varietà, è stata una delle migliori dal punto di vista della qualità. La maturazione delle uve è stata ottima e si preannunciano vini di eccellente intensità aromatica e potenziale di invecchiamento. I dati dei 26 soci della provincia veneta sono chiari: dal Cabernet Sauvignon a Merlot, dal Pinot al Sauvignon, quella in corso è una stagione con decisamente più luci che ombre.
Per Giovanni Ponchia, direttore del Consorzio Tutela Vini Colli Berici e Vicenza, la vendemmia del 2021 darà soddisfazioni anche nel lungo periodo grazie al buon quadro zuccherino, acidico e aromatico. Per quanto riguarda il calo produttivo, le cause vanno ricercate essenzialmente nelle scarse piogge alternate a forti grandinate. Brutte notizie per il portafogli: la bassa produzione unita all’aumento dei costi delle materie prime porterà a un aumento sostenuto dei prezzi delle bottiglie.
La gestione fitosanitaria dei vigneti è stata problematica a causa di un meteo a dir poco bizzarro, con un inverno secco e mite che ha determinato un germogliamento tardivo di circa dieci giorni rispetto alla media e una primavera piovosa che ha ostacolato la fioritura. Le grandinate di luglio hanno dato un’ulteriore sferzata alle vigne, sebbene la zona dei Berici sia stata colpita solo marginalmente. La maturazione è comunque avvenuta nei tempi previsti, in linea con le date dello scorso ventennio.
Il Veneto è una corazzata dell’enologia: nel 2016 aveva una produzione di uva di 13.040.000 quintali, la prima in Italia: di questi circa i due terzi diventano vino DOC e DOCG. Se il Veneto fosse una nazione sarebbe la quarta al mondo per esportazione di vino, dietro a Francia, Italia – Veneto incluso – e Spagna. La provincia di Vicenza è la terza per produzione in Veneto, con eccellenze quali Arcole, DOC Breganze e DOC Colli Berici.