“RiGenerazione: persona, lavoro, ambiente”. Con questo titolo si sono tenute le mille assemblee della Fai, la federazione agroalimentare e ambientale della Cisl, fino al congresso regionale di Pesaro, in cui è stato confermato Danilo Santini come presidente della federazione delle Marche.
“Viviamo anni economicamente instabili – ha detto nel suo intervento Santini – però i comparti agroalimentari e ambientali continuano ad assicurare una solida base anticiclica, e le attività dell’agro-industria, della forestazione e della bonifica stanno svolgendo un ruolo di moltiplicatori di sviluppo e coesione”.
“La tutela ambientale – ha spiegato il sindacalista – è una condizione essenziale per far funzionare bene questi comparti, compresa la pesca, che in Italia muove 2,2 miliardi di fatturato e dà occupazione a oltre 35mila persone: per farlo dobbiamo saper seguire un modello di crescita che metta insieme prevenzione, protezione e produttività a tutti i livelli, sia nazionale che locale”.
Eletti, al fianco di Santini, il segretario generale aggiunto Gabriele Monaldi, e i componenti della segreteria regionale, Anna Barba, Lorenzo Catani e Stefano Pepa.
Cento i partecipanti al congresso, tra cui anche rappresentanti delle altre sigle della Cisl, degli altri sindacati, delle associazioni, delle istituzioni locali e regionali, tra i quali i sindaco di Pesato Matteo Ricci e il collega di Urbino Maurizio Gambini, il consigliere regionale Giacomo Rossi e, con un video collegamento, il vice presidente della Regione Mirco Carloni. È intervenuta, tra gli altri, anche Barbara Zambuchini, biologa, rappresentante e operatrice della piccola pesca del Centro Cea Ambiente Mare Marche, che ha voluto ribadire il ruolo dell’educazione ambientale e alimentare per valorizzare il lavoro della filiera marittima e della pesca.
Sauro Rossi, segretario generale Usr Cisl Marche, ha condotto i lavoro della giornata ed è intervenuto anche lui: “C’è bisogno di dare un’impronta sociale e ambientale allo sviluppo attraverso l’ammodernamento delle filiere, il rafforzamento delle reti di welfare e, soprattutto, la formazione, che deve essere ripensata per sostenere la persona durante tutto l’arco della vita”. A chiudere ha parlato Onofrio Rota, segretario della Fai Cisl nazionale: “Siamo primi in Europa per valore aggiunto e sostenibilità, e i dati più recenti ci confortano su un rilevante recupero occupazionale rispetto ai livelli pre-covid, però siamo chiamati ad affrontare anche tante criticità, ad esempio siamo molto preoccupati dai rincari in corso per molte materie prime, che potrebbero ricadere a breve sulle fasce più deboli, tra i quali anche molti working poor, persone povere nonostante siano occupate: servono risposte efficaci sia in termini di welfare che di politica dei redditi, da consolidare soprattutto con i rinnovi contrattuali”.
A Pesaro si è tenuto anche il primo congresso regionale di Terra Viva, federazione che all’interno di Fai Cisl associa i produttori agricoli. Il nuovo presidente della sezione marchigiana è Giuseppe Giorgetti, che ha sollecitato Regione Marche a dirigenza del Consorzio di bonifica ad affrontare uniti i problemi legati ai mancati interventi di messa in sicurezza dei fondi agricoli e ha chiesto più solerzia nell’erogazione delle risorse sui progetti presentati dalle aziende agricole.
“L’agricoltura – ha commentato il presidente nazionale di Terra Viva, Claudio Risso – deve tornare ad essere considerata come comparto trainante per l’economia del nostro Paese. Nel primo semestre del 2021, l’export agroalimentare Made in Italy ha raggiunto il valore record di 24,81 miliardi, +12% rispetto al 2020 con lo storico sorpasso sulle importazioni, che si attestano sui 22,95 miliardi. Noi faremo la nostra parte – ha detto Risso – per sostenere i 30mila produttori associati attraverso la formazione, soprattutto nell’accedere ai contributi PAC e PSR, nella rappresentanza ai tavoli politici e istituzionali e attraverso le nostre tre campagne nazionali, “Buono Giusto Equo” per la qualità del cibo e del lavoro, la “clausola sociale” per il recupero delle aree rurali e marginali, e le “scuole dell’agricoltura” per la formazione”.