Stati generali mondo lavoro Agrifood: agricoltura tradizionale verso la digital farming

Agricoltura

A fine ottobre, ad Alba, si sono svolti gli Stati generali mondo lavoro Agrifood. Proprio nella capitale della cultura d’impresa 2021. Secondo l’ultimo rapporto del Centro Studi Divulga-Coldiretti, questo è un mondo con un ottimo incremento di aziende giovani, ovvero sotto i 35 anni. Nell’anno della pandemia, ogni giorno sono nate 17 nuove imprese guidate da giovani., il 30 per cento delle nuove iscrizioni.

Il tema della manifestazioni di Alba è stato lanciato da Fabiano Porcu, direttore di Coldiretti Piemonte, che ha fatto riferimento proprio al report 2021 sulla svolta ecologica delle nuove generazioni. L’Italia, secondo il rapporto, è il primo Paese europeo per aziende agricole condotte da under 35, la resa per ettaro è quasi doppia rispetto all’Europa. Crescono i diplomati e i laureati che decidono di investire nella campagna.

Lucio Fumagalli, presidente dell’Insor, l’Istituto nazionale di sociologia rurale, spiega come l’Agrifood abbia fondamentali molto robusti e capacità di fare sistema. Qui si coniugano tradizione e innovazione. Si è parlato molto dell’agricoltura di precisione e del digital farming, ovvero l’applicazione delle nuove tecnologie all’agricoltura: oramai è possibile sviscerare i dati metro quadro per metro quadro, pianta per pianta, minuto per minuto, il tempo reale. L’obiettivo è aumentare la produzione, così come migliorare la qualità del prodotto e diminuire gli effetti sull’ambiente. In Italia, appena il 3-4 per cento del territorio attualmente è trattato con l’agricoltura di precisione, ma ci sono le possibilità per un boom grazie ai tanti imprenditori giovani.

Uno dei problemi dell’Agrifood è che manca la manodopera stagionale. Mancano cuochi e camerieri. Secondo Vincenzo Gerbi , professore di Scienze e tecnologie alimentati all’Università di Torino, non ci sono ricercatori che facciano da ponte tra ateneo e imprese. Alberto Tealdi, revisore legale settore agricolo, e Francesco Montanari, professore associato di Diritto tributario e revisore legale dell’Università di Chieti-Pescara, aggiungono che manca un adeguamento della normativa alla realtà, per riconoscere nuove forme di zootecnia, come l’allevamento di lombrichi, pure lo stesso statuto di agricoltore fiscalmente agevolato di un allevatore di api. “Perché chi alleva api è un agricoltore e chi alleva insetti e lombrichi è un’impresa a tutti gli effetti, fiscalmente equiparata, per esempio, a Lamborghini?”.

Si chiede poi agli amministratori di porre attenzione a come verranno utilizzati i soldi per il settore, provenienti dal Pnrr, vincolandone una parte a investimenti collegati alla sostenibilità. Due le raccomandazioni: non confondere sostenibilità con ecologia. Come dice Marco Piccolo, ceo Reynaldi e delegato Csr Confindustria Piemonte: “La sostenibilità non è un lusso né un obbligo, è semplicemente conveniente, per risultati economici e per la reputazione presso i consumatori e i finanziatori. Le aziende non sostenibili, nel futuro, non avranno accesso al credito e ai bandi pubblici, come accade già in alcuni Paesi nordici”.

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