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Lavoratori stranieri: producono 134 miliardi di euro La pandemia si è fatta sentire: nel 2019, infatti, il contributo al Pil era del 9,5 per cento contro il 9 per cento del 2020

di Alessandro Pignatelli
11/10/2021
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Il lavoro degli stranieri vale 134 miliardi di euro, incide dunque per il 9 per cento sul Pil. Il dato è contenuto nel Rapporto annuale 2021 sull’economia dell’immigrazione, a cura della Fondazione Leone Moressa, e che sarà presentato il prossimo 15 ottobre alla Camera dei deputati.

La pandemia si è fatta sentire anche sui posti di lavoro degli stranieri: nel 2019 in Italia avevamo più di 2,5 milioni di immigrati (il 10,7 per cento degli occupati totali), nel 2020 siamo scesi a 2,34 milioni (il 10,2 per cento degli occupati). Dei 160 mila posti persi, 60 mila erano di cittadini comunitari e 100 mila di extracomunitari. Nel 2020 gli inattivi tra gli stranieri sono 1,3 milioni, molti dei quali rientrano tra coloro che hanno perso il lavoro.

Nel 2019 la ricchezza prodotta dagli stranieri valeva 14 miliardi in più, ossia 148 miliardi, e incideva per il 9,5 per cento sul prodotto interno lordo. Quasi il 30 per cento del valore aggiunto prodotto dagli stranieri si concentra in Lombardia, dove vive il 23 per cento dei lavoratori senza cittadinanza italiana. In quattro regioni (oltre alla Lombardia, Lazio, Emilia Romagna e Veneto), il Pil dell’immigrazione supera il 10 per cento di quello complessivo regionale.

La maggior parte dei lavoratori stranieri (il 45%) è impiegata nei servizi: da questo settore arriva il 51% della ricchezza prodotta (68,6 miliardi di euro). Segue la manifattura, che impiega un lavoratore straniero su cinque, e produce 28,5 miliardi di ricchezza. L’ impatto sul Pil totale derivante dai servizi è meno consistente (7,7%), perché, come nota Chiara Tronchin, ricercatrice della Fondazione Leone Moressa, rilevano anche gli impieghi svolti dagli stranieri: “Nei servizi – spiega – nonostante una elevata presenza di lavoratori stranieri, l’ incidenza della ricchezza prodotta sul Pil è inferiore perché questi lavoratori sono impiegati in mansioni di cura, di pulizia, o nel settore domestico, che sono ambiti a minore produzione di valore aggiunto”.

L’ incidenza sul Pil della ricchezza prodotta dai lavoratori stranieri è invece maggiore in agricoltura (17,9%), costruzioni (17,6%), alberghi e ristoranti (16,5%).

Su 207.870 domande presentate nell’estate 2020, ne sono state definite positivamente presso gli sportelli unici dell’immigrazione 68.147 (il 32,7%), con la consegna agli interessati dei moduli per il rilascio del permesso di soggiorno. Continua dunque l’opera contro il lavoro in nero.

Tags: CDEARTICLELavoratori stranieriPil
Alessandro Pignatelli

Alessandro Pignatelli

Giornalista professionista e scrittore, amante della carta stampata come del mondo digitale. Ho lavorato per agenzie stampa e siti internet, imparando nel mio percorso professionale a essere tempestivo, preciso, ma anche ad approfondire con vere e proprie inchieste. Con i new media e i social, ho inserito nel mio curriculum anche concetti come SEO, keyword, motori di ricerca, posizionamento.

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