Stellantis: allarme produzione, mancano i microchip

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Stellantis in una morsa: da una parte la mancanza di semiconduttori che va a colpire la produzione dei veicoli (se nei primi nove mesi del 2021 c’è stata una crescita del 14,2 per cento, 528.277 unità contro 462.404 del 2020, rispetto al 2019 c’è un arretramento del 16,3 per cento, 631.200 veicoli). C’è un arretramento anche dei veicoli commerciali, cosa che non era mai accaduta da 12 anni a questa parte. Dall’altra parte c’è la rivoluzione elettrica che ferma i reparti di componenti per il motore endotermico. Infatti, 1.100 lavoratori dello stabilimento di Mirafori (addetti alle Meccaniche) non rientreranno al lavoro per tutto il mese di ottobre.

Davide Provenzano, segretario Fim Cisl Torino, dice: “Si tratta di un reparto coinvolto da un processo di trasformazione complesso, le auto del futuro non avranno il cambio meccanico e questo sta creando incertezza”. In aggiunta il gruppo ha annunciato altre fermate produttive a ottobre per i giorni del 12, 13, 14, 15 e 18 ottobre e nella settimana dal 25 al 29: “Continua la difficoltà su Maserati e sui semiconduttori, un tema ormai a lungo termine – aggiunge Provenzano – Con istituzioni e aziende del settore si trovi una sintesi, andare avanti così è complicato”.

Lo conferma anche Ferdinando Uliano, segretario nazionale Fim Cisl nazionale: “Difficile si trovi una soluzione di qui ai primi mesi del 2022, la questione semiconduttori sta colpendo le auto di Stellantis più della pandemia: solo Mirafiori grazie alla 500e fa meglio del 2020 e consente al settore auto di non andare sotto rispetto all’anno scorso. Il gruppo preserva questa produzione evitando penalizzazioni sulle emissioni della CO2, dato che l’utilitaria è l’unica full electric”.

Nell’ultimo trimestre, su 50 potenziali giorni di lavoro, solo il Polo Torinese e Maserati Modena non hanno subito fermate. Gli altri dicono Cassino -38%, Pomigliano -70%, Melfi -54%. Anche Sevel passata indenne nel primo semestre, si ritrova con una riduzione delle giornate lavorative nel trimestre del 28%.

“Nell’incontro dell’11 ottobre al Mise con Stellantis chiederemo conto della situazione sui semiconduttori e sui lanci di nuovi prodotti, necessari per non penalizzare gli impianti” spiega Uliano. “Siamo preoccupati per due ordini di problemi: quando calano le vendite e ricavi, gli investimenti potrebbero subire uno spostamento; il secondo ordine di problemi è collegato al problema dei semiconduttori e al lancio commerciale delle nuove auto. Le attese sui nuovi prodotti non possono essere eccessive. Slittamenti temporali sui lanci rischiano di colpire ulteriormente l’occupazione e i salari”.

A Torino, nei primi nove mesi del 2021 siamo a 54.289 unità prodotto contro le 10.776 del 2020. Merito della produzione della 500 bev, partita nel mese di ottobre 2020, e che nei primi nove mesi del 2021 è arrivata a 38.187 unità. Da considerare che a marzo 2020 c’è stato il totale fermo produttivo a causa della pandemia. Nei primi nove mesi del 2021, il 78% dei volumi sono rappresentati da 500 bev. è molto probabile che si possano superare la soglia delle 60.000 unità a fine anno.

Maserati Ghibli, Quattroporte e Levante, con 16.102 unità, hanno fatto meglio delle 10.776 prodotte nel primo semestre del 2020. “È indispensabile per il polo produttivo completare gli investimenti previsti nel vecchio piano Fca, nello specifico diventa necessario la partenza nei prossimi mesi della produzione delle due Maserati GC e GT e completare il processo di elettrificazione – ribadisce la Fim Cisl -. Nella più ottimistica delle previsioni per il 2021, stimando le produzioni Maserati del Polo Torinese superiori al 2020, precisamente intorno alle 20.000 unità, ci si attesterebbe comunque a – 60% rispetto ai risultati raggiunti nel 2017. Sia la produzione del Levante che quella di Ghibli e Quattroporte sono da tempo su un turno e per i prossimi mesi è probabile un ricorso all’uso di ammortizzatori sociali”.

Lo stabilimento di Cassino è a 32.554 veicoli nei primi nove mesi del 2021, -12,8 per cento rispetto anche al 2020. Nel 2020 la sola produzione di Melfi ha rappresentato la metà delle autovetture prodotte da FCA. Dato che viene confermato anche nel 2021 con il 45% delle auto prodotte. Però non sono bastate le 142.458 vetture per lo stabilimento lucano per battere la produzione 2020 nell’anno nero della pandemia, condizionato dalla fermata covid-19. Il dato produttivo rimane fortemente sotto, – 29,3%, rispetto ai nove mesi del 2019 pre-covid, dove le produzioni avevano superato le 200.000 unità. A Pomigliano la produzione nel corso del 3° trimestre 2021 ha raggiunto quota 88.876 unità, in calo anche rispetto alle 91.978 unità prodotte nel 2020 e inferiori del 43% rispetto al periodo pre-covid del 2019. Anche a Pogliano i semiconduttori colpiscono più del Covid sulle produzioni della Panda. A Sevel Atessa le produzioni nei veicoli commerciali pesano per oltre il 40% del totale della produzione semestrale. Con 209.573 veicoli commerciali prodotti si è incrementato del 19,8% la produzione del 2020, ma con questo trimestre a causa dei fermi per i semiconduttori non si è riusciti per la prima volta a fare meglio rispetto alla produzione 2019 pre-covid. Dal mese di maggio si era partiti con i 18 turni e questo aveva consentito una spinta nei volumi tanto da ipotizzare di superare la soglia dei 300.000 veicoli commerciali, quota mai raggiunta dallo stabilimento di Val di Sangro.

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