La replica dell’Assessore Melasecche all’allarme sul caro materiali-revisione prezzario lanciato venerdì scorso dalle nostre Associazioni, ci lascia fortemente sorpresi e amareggiati. A nostro avviso si tratta di una risposta inadeguata e insufficiente a fornire soluzioni alle diverse istanze e preoccupazioni delle imprese umbre del settore delle costruzioni e non coglie la disponibilità al confronto che abbiamo unitariamente sottolineato.
La verità è che il nostro appello risale ad oltre un anno fa. Già a quel tempo evidenziammo, anche attraverso una lettera alla Giunta regionale che non ha mai ricevuto risposta, ancor prima dell’aumento eccezionale dei prezzi dei materiali da costruzione verificatosi nel 2021, la necessità di un “tagliando” significativo dell’Elenco Prezzi regionale che, a nostro giudizio, non solo non riusciva più a fotografare compiutamente tutte le lavorazioni e l’utilizzo di materiali idonei, ma purtroppo già riportava prezzi assolutamente non in linea con le valutazioni di mercato.
Denunciavamo già allora un ritardo strutturale del nostro prezzario, anche rispetto a quelli delle regioni limitrofe, che ancora ad oggi deve essere colmato. Proponemmo una profonda revisione, l’inserimento di nuove voci, l’aggiornamento di quelle non più idonee e, infine la correzione dei prezzi che, come segnalammo dettagliatamente, risultavano e risultano palesemente incongrui.
Un appello che purtroppo ad oggi non ha ricevuto alcuna risposta.
Non solo.
È chiaro come negli ultimi mesi la situazione sia precipitata e l’eccezionale, straordinario aumento dei prezzi abbia reso ancor più evidente l’inadeguatezza del nostro prezzario. Proprio per questo, accanto ad una revisione strutturale del prezzario stesso, occorrono delle risposte immediate, a tutti i livelli, per consentire alle imprese di far fronte agli impegni contrattuali assunti, allontanare la possibilità del contenzioso e conseguentemente il blocco dei lavori, come invece purtroppo sta già avvenendo. In questo momento quello che bisogna assolutamente evitare è proprio l’immobilismo istituzionale, del Governo innanzitutto ma anche della Regione, che rischia di avere ricadute molto pesanti sulle imprese e sull’economia regionale.
E questo vale per tutti gli appalti sia privati che pubblici.
Mentre per i primi stiamo assistendo ad un vero fuggi fuggi dal prezzario regionale, essendo prevista la possibilità di utilizzare anche altri prezzari, sicuramente molto più aggiornati di quello umbro, per gli appalti pubblici non possiamo certo accettare l’affermazione dell’assessore: “Un incremento dei prezzi negli appalti pubblici provocherebbe un’insufficienza dei finanziamenti disponibili”. E allora chi dovrebbe farne le spese? Teniamo al riparo le stazioni appaltanti, non concordiamo iniziative per trovare soluzioni e lasciamo il “cerino in mano” esclusivamente alle imprese? In questo modo, anche a causa di un prezzario inadeguato, sarebbero le uniche a pagare pesantemente le conseguenze di una situazione non certo voluta, prevista o prevedibile.
L’assessore in questi ultimi mesi richiama spesso il fatto di aver investito del problema la commissione IMGT (Infrastrutture Mobilità e Governo del Territorio), sollecitando il Governo a prendere provvedimenti immediati. Siamo perfettamente consapevoli che occorrono delle misure nazionali per contrastare il fenomeno del caro materiali, ma non basta. Occorre che anche la Regione Umbria faccia la propria parte per le specifiche competenze che le spettano, adeguando il proprio Prezzario e certamente anche presidiando in maniera molto forte la commissione da un punto di vista politico.
Il tema del caro materiali rischia di mettere in forte difficoltà gran parte del tessuto economico e di non far cogliere tutte le importanti potenzialità previste nel settore delle costruzioni, anche a partire dal superbonus e dalla ricostruzione, sui quali il Prezzario Regionale andrà fortemente ad incidere. Ribadiamo, con il nostro consueto spirito collaborativo, la nostra disponibilità ad un confronto leale e costruttivo, ma è arrivato il momento delle scelte.
La nota è di Cna Costruzioni Umbria, Anaepa Confartigianato e Ance Umbria.