“Si rincorrono in queste ore notizie su un possibile fermo dell’autotrasporto contro il Green Pass che dovrebbe scattare dalla mezzanotte del 27 settembre. Innanzitutto occorre sottolineare come dal punto di vista tecnico ad annunciare questa protesta sui social siano per lo più alcuni autisti e non i titolari delle aziende: questo significa che una eventuale mobilitazione faticherebbe ad essere definita formalmente come ‘fermo dell’autotrasporto’. In secondo luogo vanno censurati alcuni deliranti video che circolano sul web con minacce e toni bellici a dir poco fuori luogo. Chi intende perseguire forme di protesta caratterizzate da toni che istigano inconsapevoli e sofferenti imprenditori a manifestazioni violente, va condannato perché espone la nostra categoria ad un attacco ingiustificato. Noi non cadiamo in questo tranello e nella evanescente illusione di poter far valere diritti in questo modo. Non solo, è dal punto di vista del merito che questa manifestazione va bocciata senza indugio alcuno, a rischio di apparire impopolari, un rischio che del resto è possibile smontare con alcune semplici argomentazioni”. A parlare è la portavoce di Ruote Libere, Cinzia Franchini.
“Il settore dell’autotrasporto è da anni gravato da problemi enormi, piegato da una normativa barocca, spesso inapplicabile e inapplicata, da una concorrenza selvaggia e da interessi di mondi economici che lungi dal rappresentare le istanze del settore mirano esclusivamente alla propria auto-sopravvivenza. Il fermo dell’autotrasporto rappresenta l’arma più forte che gli autotrasportatori hanno a disposizione e va usata per questo come estrema ratio con coscienza e con consapevolezza, tanto è vero che nella storia recente del nostro Paese è stata ventilata ripetutamente, ma messa in campo pochissime volte – continua Cinzia Franchini – Ebbene, se vogliamo proclamare davvero un fermo dell’autotrasporto dobbiamo farlo unendo le forze e per battaglie che riguardano i diritti da troppo tempo calpestati di questa categoria. Sventolare questo strumento significa lasciarsi strumentalizzare sull’altare di logiche che nulla hanno a che vedere coi problemi atavici che riguardano gli autotrasportatori. E’ già successo anni fa con il movimento dei Forconi, un fenomeno ovviamente diverso ma che minacciò anche allora un blocco ingiustificato”.
“Oggi la cosa rischia di ripetersi sul tema del Green Pass. Le posizioni di critica o di sostegno alla norma sul passaporto sanitario, entrambe legittime, riguardano l’intero Paese e non una specifica categoria di lavoratori e sarebbe sbagliato far coincidere la frustrazione sacrosanta per lo stato in cui è stato ridotto il settore del trasporto merci con un tema così generale. Tra i camionisti vi sono tanti contrari al passaporto sanitario e tanti che ne giustificano l’introduzione, ad ognuno deve essere garantita la possibilità di manifestare liberamente, ma sarebbe assurdo usare una intera categoria come cavallo di Troia. Anche perché in questo modo l’odissea giornaliera di tutti coloro che attraversano le strade italiane finirebbe per essere diluita e quasi dimenticata nel contesto di una protesta generica e su un tema che riguarda tutti. Un modo, insomma, per distogliere lo sguardo sui problemi del comparto del trasporto merci. Il senso della rappresentanza è quello di portare a casa risultati concreti senza illudere o nel peggiore dei casi utilizzare i problemi o la disperazione degli imprenditori per altri fini”.