Olive Verona: produzione azzerata

Annata nera per le olive veronesi. Il 2021 è destinato a venire archiviato in negativo, fortemente negativo. Le organizzazioni di produttori del Nord Italia, per questo motivo, sono pronte ad acquistare nelle regioni del Centro-sud per poter garantire la produzione di olio.

Il presidente degli olivicoltori di Confagricoltura Veneto, Leonardo Granata, dice: “L’annata olearia 2021-2022 si profila con una produzione sostanzialmente azzerata. Le gelate dei primi giorni di aprile hanno provocato una fioritura ritardata, che è slittata al mese di giugno, il quale è a sua volta stato estremamente caldo e secco, e poi sono arrivate le grandinate estive, che hanno ulteriormente compromesso la produzione”. E ancora: “Gli olivicoltori auspicano un intervento delle Regioni a tutela di una produzione che, specialmente in questi ultimi anni, pur a fronte di una qualità molto alta, subisce spesso ingenti danni”.

Alessandra di Canossa, presidente dei produttori dell’associazione a Verona – provincia in cui si concentra la maggior parte degli oliveti veneti, che coprono 3.565 ettari sui 5.142 totali, precisa: “E’ la seconda volta in tre anni che incassiamo un mancato raccolto, che non trova motivazione nella fisiologica alternanza di produzione che caratterizza l’olivo. A causare le perdite di produzione sono anche le nuove fitopatie dell’olio, in larga parte causate da insetti come la cimice asiatica”.

Il 2018 aveva visto una produzione abbondante (220 mila quintali di olive in Veneto), nel 2019 sono arrivate le gelate nel pieno della fioritura e ci sono stati altri danni a causa della mosca olearia e della cimice asiatica, con produzione quasi azzerata. L’anno scorso l’annata è stata buona, con i raccolti quasi ai livelli del 2018 e rese produttive aumentate del 55 per cento rispetto all’anno prima.

Enzo Gambin, direttore dell’Associazione interregionale produttori olivicoli (Aipo), dice: “Attualmente, in molte zone del Veronese, come in altre dell’intero Nord e del Centro Italia, non ci sono quasi olive sulle piante e dove va bene la produzione potrà arrivare solo al 50 per cento di quella prevista. La situazione è dovuta in parte al fatto che questo è un anno di scarica per gli ulivi e in parte per l’andamento climatico sfavorevole”.

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