La parola d’ordine per il 2021, in Puglia, è siccità. Fattore che ha inciso sulla produzione di uve, ma con effetti non uniformi in una regione che, quando è stato possibile, ha potuto contare sull’irrigazione di soccorso.
Lo stato fitosanitario dei vigneti è buono, c’è stato uno slittamento dai 7 ai 10 giorni per il taglio del primo grappoli. Si segnala un calo limitato nella produzione, rispetto al 2020, del 5 per cento.
Nella zona di Foggia l’inverno è stato normale, con temperatura e pioggia nella norma. Durante germogliamento e separazione dei grappoli ci sono state piogge importanti che hanno dato vigore alle piante. I fenomeni di colatura, aborti fiorali e assenza di piogge hanno portato a decrementi produttivi, la qualità dell’uva è molto buona.
Nella zona di Taranto a gennaio è arrivato il freddo, che non particolarmente rigido è continuato nei mesi di marzo e di aprile. La fase di germogliamento è avvenuta in modo stentato e traumatico. Il freddo e le piogge hanno prodotto un ritardo di 10-15 giorni della fase di fioritura e un’imperfetta allegagione. Dalle seconda decade di giugno c’è stato bel tempo e temperature sopra alla media, ciò ha permesso una buona ripresa vegetativa. Il clima piovoso e freddo aveva però già fatto i suoi danni: grappoli corti, non perfettamente allungati, spargoli e la fase di invaiatura iniziata in ritardo. Per il Primitivo è prevista una produzione leggermente superiore.
Nel Barese inverno nella media, temperature più basse del solito in primavera e questo ha portato a un ritardo di tutte le fasi fenologiche. Il grappolo di Sangiovese e Ciliegiolo è rimasto più piccolo. Ci sarà un calo nella produzione, ma un’annata davvero buona dal punto di vista sanitario e qualitativo.
Situazione ottimale nella Valle d’Itria. Stato sanitario delle uve buone, calo produttivo dovuto alle gelate e qualche problema di colatura dovuto ai freddi durante la fioritura.
Nel Leccese si stima un calo della produzione a causa del clima anomalo e degli sbalzi termici. Il Salento, in piccole zone e in due occasioni a luglio e ad agosto, è stato interessato, a macchia di leopardo, da grandine. Dove ha colpito, ha determinato danni consistenti. La quantità delle uve nelle zone non interessate dalle grandinate di maggio sarà di poco inferiore a quella del 2020. Quest’anno le uve sono maturate nei tempi giusti, probabilmente non ci sarà la grossa quantità dello scorso anno, ma la qualità sarà da ricordare.
Nel Salento si è partiti a cavallo di Ferragosto con lo Chardonnay, il Pinot ed in generale con le uve precoci (anche per base spumante) con ottime performance. Il Primitivo segue a ruota a inizio settembre, con qualche preoccupazione per la tenuta della buccia degli acini. In generale si pronosticano produzioni ottime di vini bianchi e rosati, così come per i rossi con punte di eccezionalità, grazie alla sua versatilità, del Negroamaro, che verrà raccolto a partire dalla seconda decade di settembre.