“Per la vendemmia 2021 la parola chiave resta ‘Qualità’. In Veneto grazie all’impegno e alla passione dei nostri produttori anche quest’anno potremmo offrire un prodotto di alto livello, specie per alcuni vitigni, come il Glera, e quelli a bacca rossa”. Lo ha fatto sapere Federico Caner, assessore regionale all’Agricoltura durante la 47esima edizione del focus sulle previsioni vendemmiali, evento promosso da Regione Veneto e Veneto Agricoltura con Avepa, Arpav e Crea-VE. In Veneto, quest’anno, la produzione di vino dovrebbe arrivare a 12,5 milioni di quintali (contro 14.039.000 del 2020); a Bolzano quasi 400 mila quintali (440 mila nel 2020), a Trento 1.158.000 (1.258.700), in Friuli Venezia Giulia 2.555.000 (3.116.300).
“Dopo un avvio difficile – ha continuato Caner – soprattutto a causa delle avverse condizioni climatiche, il caldo dell’estate ha favorito la viticoltura e dunque la produzione enologica, oggi sempre più orientata ai principi di qualità e sostenibilità. Un valore quest’ultimo, fortemente condiviso con i Consorzi DOC e DOCG, che si realizza attraverso pratiche fitosanitarie che fanno scuola anche nel resto d’Italia. Penso alle produzioni biologiche che hanno avuto un incremento significativo nelle zone storiche, come la Valpolicella, e alla certificazione SQNPI (Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata), alla quale da tempo lavora il Consorzio del Prosecco Doc, maggiormente diffusa nell’area del Veneto centro orientale, primo passo verso la certificazione di sostenibilità territoriale”.
“In Veneto l’export di vino vale 2,24 miliardi di euro – ha sottolineato Caner – un valore che conferma la nostra Regione come quarta potenza mondiale. Proprio a sostegno della promozione dei vini veneti sui mercati mondiali, dopo la pubblicazione venerdì dell’avviso nazionale, stiamo lavorando alla nuova delibera che consentirà di finanziare progetti regionali per 15 milioni di euro”.
Nicola Dell’Acqua, direttore di Veneto Agricoltura, ha ricordato l’impegno dell’Agenzia per il settore vitivinicolo regionali, a cominciare dalla realizzazione dei tre focus del Trittico che da tanti anni tengono monitorato il comparto e aggiornano gli operatori.
La vendemmia veneta è iniziata con 8-10 giorni di ritardo rispetto al 2020, si prevede un calo totale del 10 per cento, con punte superiori nelle aree colpite da grandinate e gelate tardive di aprile, lo stato sanitario delle uve è ottimo. Andiamo a vedere il dettaglio delle singole zone.
Produzione in netto calo ed elevate qualità delle uve nel Trevigiano. Produzioni più basse in particolare per Pinot Grigio e Chardonnau, anche la Glera (Prosecco) è meno carica. Complessivamente, nella Marca, si stima una diminuzione del 10 per cento nella produzione, in piccola parte compensata dall’ingresso di nuovi vigneti (2-3 per cento). Complessivamente, la produzione dovrebbe essere di 5.5000.000 quintali di uva, di cui 4.9500.000 a bacca bianca e 550.000 a bacca nera.
Produzione in calo anche nel Vicentino a causa delle gelate primaverili. Ritardi tra i 7 e i 15 giorni, stimabili in 9-12 giorni per invaiatura e raccolta. La flavescenza dorata è stato un altro dei problemi della zona. Il calo sarà del 10 per cento, ma nei territori in cui i problemi meteo sono stati meno forti si prevede una produzione in linea con lo scorso anno.
A Verona c’è preoccupazione per l’oidio che ha fatto capolino nelle colline più sensibili. La peronospora si è vista solo in vigneti del fondovalle. Nell’area del Soave, in particolare nella Valle d’Alpone, è esploso il problema della flavescenza dorata, in netta crescita. Nelle principali aree di produzione si prevede: per il Garda e Pinot Grigio Venezie un -10% di produzione rispetto al 2020; per lo Chardonnay e altri vitigni precoci -20%; per il Valpolicella la produzione dovrebbe risultare come da disciplinare, tranne nelle aree grandinate: per il Soave e Soave Classico le produzioni dovrebbero essere in calo del -5-8%; il Bardolino è in linea con la produzione del 2020 e del disciplinare; il Custoza si annuncia in diminuzione del -15% circa, rispetto al 2020, a causa di una forte grandinata; il Durello e l’Arcole sono in linea con le produzioni storiche.
Annata difficile nel Bellunese. L’inverno lungo ha prodotto un ritardo vegetativo di una decina di giorni. L’inizio dell’anno con basse temperature e precipitazioni abbondanti hanno favorito attacchi di peronospora e botrite. Diffusa anche la flavescenza dorata. Sono entrate in produzione nuove superfici, ma una forte grandinata ha colpito Fonzaso e Feltre, compromettendo il 20 per cento della produzione (a Cesiomaggiore il danno supera il 50 per cento). La riduzione dei grappoli delle varietà precoci (Pinot Nero, Pinot Grigio e Chardonnay) si aggira sul 10-20 per cento, mentre il vitigno Glera è nella media. Complessivamente, avremo una riduzione del 5-10 per cento rispetto al 2020.
Le aree pianeggianti di Padova e Rovigo sono state colpite dalle tardive gelate di aprile. L’annata è dunque poco carica. Grazie alle tante piogge estive, i grappoli nei vigneti si sono ingrossati bene e sono oggi in ottima fase di maturazione. In termini quantitativi, per quanto riguarda la Glera la produzione è in linea con la vendemmia 2020, salvo per i vigneti di pianura danneggiati dalle gelate primaverili, dove potrebbero risultare riduzioni tra il 20-25%. Per il Pinot Grigio si prevede una buona produzione, salvo anche in questo caso per i vigneti di pianura danneggiati dalle gelate tardive e dalla conseguente bassa fertilità per cui potrebbero esserci delle riduzioni fino al 20%. Il Moscato Giallo è invece in linea con le produzioni 2020; il Merlot potrebbe essere in crescita anche del 10% rispetto al 2020; per il Raboso si stima una riduzione in pianura, con punte fino al 50% in alcune aziende.