Coldiretti Puglia: nei magazzini +51% di olio straniero

I magazzini della Puglia sono pieni di olio straniero, con una crescita del 51 per cento rispetto all’anno scorso. Lo fa sapere Coldiretti Puglia, che chiede di vigilare sugli acquisti visto che il prodotto importato di minore qualità viene spacciato per italiano. I dati sono del report Frantoio Italia, redatto dall’organismo di controllo Icqrf del ministero delle Politiche agricole.

La Coldiretti chiede dunque di verificare l’etichetta, anche se “sulle bottiglie extravergine ottenute da olive straniere in vendita nei supermercato è quasi impossibile, nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte “miscele di oli di oliva comunitari’, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari”, obbligatori per legge nelle etichette dell’olio di oliva”. La scritta, infatti, è molto piccola, si trova dietro la bottiglia e, in molti casi, in una posizione che la rende difficilmente visibile: “I consumatori dovrebbero fare la spesa con la lente di ingrandimento per poter scegliere consapevolmente”.

Coldiretti consiglia di diffidare dai prezzi troppo bassi e di acquistare extravergini a denominazione di origine Dop e Igp, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati fatti al 100 per 100 da olive italiane, o di comprare direttamente dai produttori olivicoli nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica, dove si può anche assaggiare l’olio evo prima di acquistarlo.

“A livello regionale e nazionale vanno programmate e realizzate campagne quinquennali di comunicazione, strutturali e adeguatamente finanziate, che promuovano in maniera strategica e coordinata il prodotto simbolo della Puglia, l’olio extravergine di oliva. Serve una ulteriore stretta sui controlli, per stoppare le pratiche sleali, un intervento normativo fortemente sollecitato da Coldiretti per rendere più equa la distribuzione del valore lungo la filiera ed evitare che il massiccio ricorso attuale alle offerte promozionali di una parte della Gdo non venga scaricato sulle imprese di produzione già costrette a subire l’aumento di costi dovuti alle difficili condizioni di mercato”, aggiunge Muraglia.

Oltre alle tradizionali 3×2 e ai punti premio, si sono moltiplicate le proposte delle catene della gdo, in modo da renderle meno confrontabili tra loro e più interessanti per i clienti: vendite sottocosto e buoni spesa. Tra i prodotti alimentari maggiormente in offerta ci sono quelli della dieta mediterranea, a partire proprio dall’olio di oliva. Serve dunque maggiore attività di vigilanza, anche per evitare che prodotti importati per magia si trasformino in italiani. “E’ necessario reperire al più presto la direttiva (Ue) 2019/663 in materia di pratiche commerciali sleali del 17 aprile 2019: “per ristabilire condizioni contrattuali più eque lungo la catena di distribuzione degli alimenti, con l’introduzione di elementi contrattuali e sanzionatori certi rispetto a prassi che finora hanno pesantemente penalizzato i produttori”.

C’è poi da approvare la proposta di riforma dei reati alimentari, presentata dalla commissione a capo della quale c’è Gian Carlo Caselli, presidente del Comitato scientifico della Fondazione osservatorio agromafie promosso dalla Coldiretti.

“Diffondere la cultura dell’olio extravergine di oliva fra i consumatori e supportare la crescita continua della filiera dell’olio è il nostro obiettivo – conclude il presidente Muraglia – perché i consumatori sono affamati di informazioni e conoscenza sul mondo dell’olio. In Puglia aziende agricole e frantoi hanno saputo cogliere gli spunti positivi offerti dal mondo del vino, abile nell’attività di marketing e di grande promozione delle etichette pugliesi a livello nazionale e internazionale. Da qui stanno nascendo sale di degustazione all’interno delle aziende olivicole e dei frantoi, il packaging sta divenendo sempre più ammiccante, sta salendo il livello qualitativo degli oli”, tiene a precisare il presidente Muraglia.

La Puglia ha 60 milioni di olivi su una superficie di 383.650 ettari, con una Plv (Produzione lorda vendibile) del comparto olivicolo-oleario pari al 20 per cento della totale Plv del settore agricolo. In nove famiglie su dieci si consuma olio extravergine di oliva tutti i giorni, con un’attenzione sempre più alta al prodotto di qualità che ha favorito la nascita di corsi e iniziative. L’Italia è il primo consumatore mondiale di olio di oliva con una media, nell’ultimo quinquennio, di 504 milioni di chili, poi ecco la Spagna con 483 milioni di chili e gli Stati Uniti con 320.

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