Il ‘mercato’ dei matrimoni, in Piemonte, coinvolge 38.431 imprese, di cui 16.668 artigiane (il 43,4%), con più di 112.878 addetti. Con il Piemonte in zona bianca, si tratta di aziende e persone che hanno potuto riprendere a lavorare organizzando i lieti eventi.
Pensate che in ogni matrimonio si utilizzano circa 30 professionisti: wedding planner, agenzie di service, di eventi, di viaggi, di organizzazione di cerimonie, produttori di bomboniere, sarti, parrucchieri, estetisti, fioristi, orafi, fotografi, autisti, cuochi, cameriere, gestori di ristoranti e dimore, musicisti di ogni genere, organizzatori di spettacoli e di intrattenimento.
Numeri su matrimoni e cerimonie in Piemonte arrivano dal dossier dell’Ufficio studi di Confartigianato Imprese, su dati Istat 2019-2020. Nel 2019, nella regione, si sono celebrati 12.306 matrimoni, nel 2020 appena 7.098, con un crollo vertiginoso del 42,3% (-5.208) . Cali di fatturato che vanno dal 20 al 70 per cento, con la pandemia, nel settori a vocazione artigiana più legati a cerimonie e nozze: benessere (parrucchieri ed estetiste), alimentari (produzione di cibi, pasticceria fresca, gelati e dolciumi), fotografia, settore moda e settore artistico.
“Il settore del wedding, anche in Piemonte, ha subito pesanti effetti della crisi Covid-19 a causa dei provvedimenti introdotti per il contenimento del virus – commenta Giorgio Felici, Ppesidente di Confartigianato Imprese Piemonte – inoltre le imprese operanti in questo segmento sono state ulteriormente penalizzate, seppur con intensità differenti, dal crollo di eventi, congressi, fiere e delle attività culturali e di attrazione turistica”.
“Il settore ha bisogno di lavorare e incassare, anche per disinnescare la bomba ad orologeria sociale attivata con lo sblocco dei licenziamenti – continua Felici – soprattutto per il settore matrimoni, infatti, questo è il periodo cruciale”.
Tra i settori interessati dalla domanda di beni e servizi per cerimonie e wedding, dall’analisi si evince che i più richiesti sono i servizi di parrucchieri e altri trattamenti estetici (90,8%) , produzione di pasticceria fresca (80,3%), gelaterie e pasticcerie (78,7%), attività fotografiche (78,3%), trasporto mediante noleggio di autovetture da rimessa con conducente (72,9%), fabbricazione di altri articoli, come cesti floreali, bouquet e corone di fiori artificiali o secchi (69,2%) . Nel 2020, hanno subito cali di fatturato superiori a quello medio del 25,5%, il trasporto persone (-73,8%), le pasticcerie (-36,7%), moda (-35,9%), comunicazione (33,7%), area benessere (-33,6%).
“Sono dati che descrivono un settore in caduta libera – riprende Felici – quelli che emergono da studi e ricerche, oltre dalla constatazione quotidiana che ciascuno può effettuare tra i propri contatti diretti.” “Dal lungo elenco di attività che ruotano attorno al settore delle cerimonie e in particolare dei matrimoni – sottolinea Felici – si capisce quanto sia importante il peso economico del comparto sull’economia del territorio. Le attività in questione sono in gran parte artigiane e nello svolgimento del loro lavoro, racchiudono tutta l’attenzione, la cura e la passione necessarie a rendere indimenticabile e perfetto uno dei giorni più importanti della vita di chi si affida a questi servizi”.
“I nostri artigiani – conclude Felici – ora stanno tornando a lavorare. Ci auguriamo che sia solo l’inizio di una strada in discesa e senza più ostacoli per uno dei settori più duramente colpiti dalla crisi pandemica”.