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Metalmeccanico Marche: Fiom Cgil, il settore tiene Ad Ancona iniziativa 'Metal Meccanica Marche: quali prospettive', con la partecipazione della segretaria nazionale Re David

di Alessandro Pignatelli
08/06/2021
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“Il metalmeccanico tiene, nonostante tutto. I dati dell’Ires Cgil evidenziano una tenuta del settore ma la vera sfida sarà quella della ripresa nei prossimi mesi, legata anche alle scelte delle aziende attraverso le risorse europee del Recovery Fund, destinate solo a quelle più virtuose, intenzionate a procedere con i cambiamenti previsti”. A parlare è Tiziano Beldomenico, segretario generale di Fiom Cgil Marche, che ieri ha partecipato ad Ancona all’iniziativa ‘Metal Meccanica Marche: quali prospettive’, insieme a Francesca Re David, segretario generale Fiom Cgil. Che aggiunge: “Il rischio, altrimenti, è quello della perdita di troppi posti di lavoro rispetto anche alle aziende che già si sa che non ce la faranno”. Le imprese, dunque, continua, “dovranno da subito compiere scelte importanti di cambiamento senza attendere l’arrivo dei fondi, anzi anticipando gli utili registrati negli ultimi bilanci”.

La crisi è già realtà, soprattutto in alcuni territori della regione: il Fabrianese e l’Ascolano sono in preda a pesanti perdite di organico. La vertenza Elica, dice ancora il segretario Fiom, “rischia di essere la prima di una lunga serie con un’impresa che, per scelte legate alla logica del massimo profitto, decide di de localizzare in Polonia”. Ci sono poi altri due argomenti fondamentali, la sicurezza sul lavoro e la salute: “Occorre compiere un passo decisivo per invertire questo bollettino di guerra su morti e infortuni, che non è più accettabile leggere ogni giorno”.

Vediamo ora alcuni numeri della ricerca di Ires Cgil. Nel 2019, i dipendenti nel settore a livello regionale sono 59.539. Quello degli elettrodomestici e dell’elettronica è il comparto più in crisi: -251 dipendenti in un anno, fino ad arrivare a 11.955. Oltre 38 mila lavoratori sono operai, 16 mila impiegati e più di 3 mila apprendisti; le donne sono 12 mila, vale a dire il 19,7 per cento degli occupati totali. A livello contrattuale, l’81,5 per cento ha un tempo indeterminato, ma crescono negli ultimi anni i part time e i tempi determinati. Le retribuzioni: quella lorda annua è di 26.761. Gli operati arrivano in media a 23.112, gli impiegati a 32.451, i quadri a 69.925, i dirigenti a 141.933, gli apprendisti a 15.516. La retribuzione media per gli uomini è di 27.834 euro, per le donne di 22.399.

Secondo l’Istat, l’export vale 4,4 miliardi nel 2020 nel settore metalmeccanico, dato che esclude quelli del settore nautico. Per le macchine utensili arriviamo a 1,8 miliardi di euro, per elettrodomestici ed elettronica a 1,3 miliardi. Negli ultimi dodici mesi, c’è stata una discesa delle esportazioni di 586 milioni, ossia dell’11,7 per cento, calo maggiore di quello registrato a livello nazionale. Dal 2008, l’export marchigiano su quello nazionale è passato dal 2,43 per cento al 2,19 per cento, a causa del crollo dell’elettrodomestico.

Infine, i bilanci delle aziende. Secondo l’Osservatorio regionale, complessivamente la situazione è buona. Importante la crescita del patrimonio netto, da 1,5 miliardi del 2015 a 2,2 miliardi del 2019. Dal punto di vista economico, il 2019 ha invece registrato un calo degli utili di 36 milioni (-14,1 per cento). Nel complesso, dal 2015, c’è stata invece una crescita di 73 milioni di euro.

A Francesca Re David sono spettate le conclusioni: “Il blocco dei licenziamenti – dichiara la segretaria – deve durare fino alla riforma degli ammortizzatori, che dicono si farà presto, come per tutti gli altri settori”. Secondo Re David, “la questione dei licenziamenti è alquanto incredibile: quelli che possono essere licenziati sono i lavoratori dell’industria, per tutti gli altri si è prorogato sino ad ottobre: sono quei lavoratori che hanno sempre pagato la cassa integrazione e i contributi”. E’ dunque “giusto che venga creato un ammortizzatore universale per chi non ce l’ha, che ora venga costruito. Ma non ha senso che venga tolto”. Insomma, chiude, “bisogna ampliare il contratto di solidarietà per retribuire il lavoro e serve la formazione dentro l’orario di lavoro. Se il governo non ascolta, ci mobiliteremo per farci ascoltare e questo il modo che abbiamo”.

All’iniziativa hanno preso parte anche Walter Cerfeda, presidente Ires Cgil Marche, Elisa Marchetti, ricercatrice Ires, Sauro Longhi, docente della Politecnica delle Marche e Daniela Barbaresi, segretaria generale Cgil Marche.

Tags: CDELOCALFiom Cgil MarcheMarchemetalmeccanici
Alessandro Pignatelli

Alessandro Pignatelli

Giornalista professionista e scrittore, amante della carta stampata come del mondo digitale. Ho lavorato per agenzie stampa e siti internet, imparando nel mio percorso professionale a essere tempestivo, preciso, ma anche ad approfondire con vere e proprie inchieste. Con i new media e i social, ho inserito nel mio curriculum anche concetti come SEO, keyword, motori di ricerca, posizionamento.

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