Anche per il 2021 sono stati confermati alcuni bonus senza bisogno di presentare l’Isee. Il Governo ha deciso insomma di allargare questi incentivi a più persone possibili.
Uno di questi è il bonus Mamma Domani: un premio alla nascita di 800 euro, corrisposto dall’Inps per la nascita o l’adozione di un minore, a partire dal 1° gennaio 2017. La domanda deve essere fatta dalla futura mamma, quando arriva al settimo mese di gravidanza o alla nascita, adozione o affidamento preadottivo. È sufficiente essere residenti in Italia per poter ricevere questo bonus. La domanda va presentata dopo il compimento del settimo mese di gravidanza e, comunque, entro un anno dal verificarsi dell’evento (nascita, adozione o affidamento). Il bonus viene concesso in un’unica soluzione, in relazione a ogni figlio nato, adottato o affidato. Il premio non concorre alla formazione del reddito totale.
Niente Isee anche per il bonus Bebè, chiamato anche assegno di natalità. È un assegno mensile per le famiglie per ogni figlio nato, adottato o in affido preadottivo. La misura ha la durata di un anno. Viene corrisposto ogni mese fino al compimento del primo anno d’età o del primo anno di ingresso nel nucleo familiare per adozione o affidamento preadottivo. L’assegno spetta ai cittadini italiani, comunitari o extracomunitari, con titolo di soggiorno idoneo, e vale per l’evento avvenuto nel 2021 (e 2020 fino al primo anno di età). I cittadini beneficiari del bonus devono essere conviventi con il minore. La domanda si presenta entro 90 giorni dalla nascita o dalla di ingresso in famiglia.
Non essendoci una fascia Isee da considerare, la prestazione consiste in una misura minima di 80 euro al mese o di 96 in caso di figlio successivo al primo. Fino al 2020 valeva invece l’Isee: non superiore a 7 mila euro annui, 1.920 euro annui o 2.304 in caso di figlio successivo al primo. Con Isee superiore a 7 mila euro, ma non superiore a 40 mila, 1.440 euro o 1.728. Con Isee superiore a 40 mila euro, 960 euro annui o 1.152.
Passiamo al bonus Asili nido. Si rivolte a genitori di figli nati, adottato o affidati fino a tre anni d’età, compiuti tra gennaio e agosto 2021. Consiste in un bonus per pagare le spese dell’asilo nido o in un contributo per il supporto presso la propria abitazione in caso di figli disabili, impossibilitati e frequentare l’asilo. Per presentare domanda, bisogna andare nella sezione apposita del sito Inps o rivolgersi ai patronati. A fare domanda deve essere il genitore che sostiene le spese per la retta del nido, che deve specificare le mensilità relative ai periodi di frequenza scolastica, compresi tra gennaio e dicembre 2021, per le quali si chiede il beneficio. Deve essere presentata un’attestazione dei pagamenti delle rette. La domanda va presentata distintamente per ogni figlio.
Questo bonus viene concesso anche presentando l’Isee, in assenza del quale viene garantito il sussidio minimo (complessivamente 1.500 euro annui, pari a 136,37 euro mensili). Con l’Isee fino a 25 mila euro, si ottengono massimo 3 mila euro, da 25.001 a 40 mila, 2.500 euro, oltre 40 mila euro, 1.500 massimo.
L’Assegno unico universale entrerà in vigore dal prossimo 1° luglio. Anche qui, senza Isee, si ha diritto a un bonus di 250 euro al mese per ogni figlio a carico dal settimo mese di gravidanza fino al compimento del 21esimo anno di vita, con maggiorazioni per figli disabili o dal terzo figlio in poi. In caso di figli maggiorenni, il bonus verrà erogato solo se frequentano un percorso di formazione scolastica o professionale o un corso di laurea o se sono disoccupati. L’importo dell’assegno unico è progressivo e varia presentando la certificazione Isee: si parte dai redditi inferiori con importo dell’assegno più alto a scendere fino al minimo di 250 euro.
Infine, parliamo dell’Iscro per le partite Iva. È l’acronimo di Indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa, per i lavoratori autonomi e che funziona in modo simile alla cassa integrazione. Chi riceve questa indennità, deve obbligatoriamente partecipare a corsi di formazione professionale dell’Anpal. Può essere richiesto da chi svolge lavoro autonomo, da chi è titolare di partita Iva da almeno 4 anni, da chi ha dichiarato – nell’anno precedente alla presentazione della domanda, un reddito non superiore a 8.145 euro, da chi nell’anno precedente alla presentazione della domanda ha avuto un reddito di lavoro autonomo inferiore al 50 per cento della media dei redditi da lavoro autonomo ottenuti nei tre anni precedenti, da chi è in regola con la contribuzione previdenziale obbligatoria.
Non possono richiederla i pensionati, gli iscritti a ordini professionali, gli assicurati presso altre forme di previdenza obbligatoria, i beneficiari del Reddito di cittadinanza.
Il bonus va da un minimo di 250 a un massimo di 800 euro mensili ed è pari al 25 per cento, su base semestrale, dell’ultimo reddito certificato dall’Agenzia delle entrate. In pratica, a domanda accettata, il lavoratore riceverà ogni sei mesi un assegno pari al 25 per cento dell’ultimo reddito certificato, per non più di 800 euro mensili e per non più di sei mesi. Il massimo è di 4.800 euro totali. Il bonus Iscro non concorre alla formazione del reddito complessivo e spetta dal primo giorno successivo a quando si presenta la domanda per sei mensilità e senza accredito di contribuzione figurativa.
Si deve presentare la domanda online all’Inps e sarà successivamente questo istituto a versa gli importi entro il 31 ottobre degli anni di spettanza dell’indennità: 2021, 2022 e 2023. La domanda può essere presentata una volta sola nel triennio e si dovranno autocertificare i redditi degli anni precedenti.