Nel momento in cui un’azienda entra in crisi, l’imprenditore viene colpito non solo in quanto uomo d’affari, ma anche e soprattutto come persona, che vede mancare tutte le proprie certezze oltre alla disponibilità economica. “In Tribunale, in caso di fallimento, entra l’uomo, che ne esce devastato e letteralmente massacrato nel caso in cui non abbia nervi d’acciaio” spiega Cosimo Cannizzo, che parla per esperienza: “Ero dato per finito, avevo il 3 per cento di possibilità di salvare la mia azienda, ma ho trovato il modo di farlo”. Grazie a un “sistema” che oggi l’imprenditore, cresciuto in una famiglia di costruttori da tre generazioni, mette a disposizione di tutti attraverso Crisi Solution, la società creata nel 2018 come risposta alle tante chiusure aziendali determinate dalla crisi del settore immobiliare.
Quando un’azienda va in difficoltà le figure dell’avvocato e del commercialista sono fondamentali, poiché devono lavorare insieme e nell’interesse dell’impresa per cercare di salvarla. Non è scontato, però, che questo avvenga, soprattutto nel caso in cui il titolare dell’azienda sia provato dalla situazione e incapace di mantenere il controllo. “Se l’imprenditore è in difficoltà non riesce a pagare le persone che lavorano per lui, compresi avvocati e commercialisti, che potrebbero decidere di non impegnarsi a fondo per salvare l’attività – spiega Cannizzo – In questi casi manca un collettore, una figura capace di coordinare e controllare il lavoro di tutti i professionisti coinvolti, che in presenza di procedure complesse sono numerosi: l’avvocato della società, quello civilista e il tributarista oltre a diverse altre figure”. Crisi Solution si inserisce proprio in questo contesto, rappresentando gli interessi dell’imprenditore. “Prima si fa una valutazione sullo stato dell’attività per capire se ci siano i margini d’intervento per tentare il salvataggio” sottolinea Cannizzo, che in caso di esito positivo prende in carico la società: “È importante sviluppare meccanismi di comunicazione che responsabilizzino tutti i professionisti, nessuno escluso. Deve essere evidente a tutti che il possibile salvataggio dell’impresa passa attraverso il convogliamento e coordinamento delle competenze di tutti i professionisti coinvolti. È basilare, quindi, avere in coscienza che l’imprenditore si sta affidando a loro come ultima istanza. La novità principale sta nel fatto che almeno nella prima fase l’azienda agisce gratuitamente e l’imprenditore paga per i servizi ricevuti solo in seguito, con le risorse di cui entrerà in possesso dopo il salvataggio”. Il concetto alla base dell’azione di Crisi Solution è proprio quello di dare un’ultima chance all’imprenditore, che spesso per salvare l’azienda ha già utilizzato i propri risparmi e dato in garanzia la casa o il capannone sede dell’azienda e vede messo in discussione il futuro suo e della propria famiglia. “È importante cogliere l’aspetto emotivo – aggiunge il titolare – le difficoltà che la persona si trova ad affrontare assumono le dimensioni di un vero dramma umano. D’altra parte, in Italia, il fallimento è considerato come una macchia difficile da cancellare, al contrario di quanto accade negli Stati Uniti, dove il fallimento è considerato un’opportunità per imparare dai propri errori e in un certo senso risulta quasi essere una garanzia tra le esperienze di un imprenditore”. Anche per questo in tali situazioni è essenziale non sottovalutare l’aspetto umano, per evitare che si arrivi a un epilogo drammatico come già accaduto in passato.
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