“L’ultimo Dpcm non tutela le categorie più svantaggiate, in primis noi, con aiuti e risorse. Noi preferiamo sempre riprendere a lavorare per la dignità delle persone, ma non potendo farlo avremmo gradito maggiori sostegni dal Governo”. Simone Fittuccia, presidente di Federalberghi Umbria, si fa portavoce dei malumori della categoria. In particolare, la situazione più paradossale è rappresentata dalla possibilità di viaggiare all’estero, ma non in Italia.
“E’ una cosa davvero assurda. Certo, in questo modo le agenzie di viaggi e i tour operator riprendono a lavorare, ma non è possibile privilegiare Spagna e Grecia – che hanno riaperto completamente i confini per accogliere i turisti stranieri – ben sapendo che, al ritorno, il rischio di un aumento dei contagi è altissimo. Si mette a rischio la politica di prevenzione perché non sono sufficienti cinque giorni di quarantena quando si torna dall’estero, in quanto il covid si manifesta dai 5 ai 14 giorni successivi al contatto con un positivo”.
Prosegue Fittuccia: “Il Governo fa anche un danno economico, anche se prima di tutto viene la questione della salute. L’Italia sarebbe potuta ripartire per Pasqua dopo una galera democratica a cui siamo chiamati da più di un anno. Invece, si preferisce mandare all’estero gli italiani a passare le vacanze, con il rischio dei grossi assembramenti fuori dal confini nazionali. E quindi che si alzi l’asticella dei contagi quando si tornerà in Italia. L’economia italiana avrebbe bisogno di stimoli, sta mettendo in pratica tutte le attività di prevenzione, e invece scopriamo che la chiusura durerà fino al 30 aprile. La nostra categoria mostra malessere e sgomento di fronte a queste decisioni del governo Draghi”.
L’opinione pubblica è dalla parte di Federalberghi: “Si rende conto dell’assurdità della situazione, Io che vivo in Umbria e ho i parenti in Lombardia, non ci possono andare, mentre potrei tranquillamente andarmene in spiaggia a Maiorca. Anche l’italiano si è reso conto della gaffe enorme del Governo, che non tutela la salute e penalizza ulteriormente il nostro Paese. Molti si rifiutano di viaggiare comunque, ma ci sono gli incoscienti e i negazionisti che viaggiano e potrebbero diventare conduttori di nuovi innalzamenti del contagio”.
Nessuno si attendeva questa decisione: “E’ arrivata inaspettata, assolutamente. Abbiamo chiesto al ministro del Turismo Garavaglia, lui sta cercando di darci spiegazioni, ma l’imposizione è arrivata da Draghi stesso. Non sono state prese decisioni corrette, questo bisogna dirlo. Con questa azione si fa solo un danno ulteriore e non si danno benefici all’economia. Fosse stata chiusa tutta Europa, non avremmo assolutamente protestato. Il nostro presidente nazionale e il nostro direttore generale sono in pressing sul Governo, Garavaglia pare sostenere le nostre idee, ma intanto non siamo stati ancora ascoltati. Ormai Pasqua è saltata, il danno purtroppo è fatto. Ora il Governo supporti le aziende che sono allo stremo, non avendo più liquidità per resistere fino a giugno, quando probabilmente ci sarà la riapertura completa”.
Quasi superfluo chiedere di quantificare le perdite: “Solo per i tre giorni di Pasqua, in Umbria, la filiera del turismo (alberghi e ristoranti) perde 40-50 milioni di euro. Con i prossimo ponti di aprile, in cui saremo ancora chiusi, ci sarà un ulteriore danno economico”. A Federalberghi, a tratti, sembra di essere Don Chisciotte che lotta contro i mulini a vento. Questa è la triste verità.