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Sale la protesta e la mobilitazione: i braccianti italiani si sono sentiti esclusi dai provvedimenti di ristoro.

di Marcello Guerrieri
26/03/2021
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E i braccianti? Per la Fai Cisl nazionale sembrano essere gli eterni dimenticati dell’agricoltura. Il decreto ristori sembra non essersene ricordato. Eppure le difficoltà del comparto sono sotto gli occhi di tutti: lavoratori delle imprese colpite dalla cimice asiatica, o a quelli che hanno perso milioni di giornate di lavoro anche lo scorso anno a causa della xylella, o a quelli del comparto vitivinicolo che producevano per hotel, alberghi e ristoranti. Per non parlare di chi lavorava nel florovivaismo: “Per loro nessuna indennità, nessun ristoro” lamenta il Segretario Generale della Fai Cisl, Onofrio Rota. Che preannuncia una mobilitazione: “Niente per i braccianti mentre un ristoro è stato riconosciuto ad altri lavoratori stagionali. Ancora una volta, i nostri operai agricoli non sono stati considerati degni di una boccata d’ossigeno di neanche mille euro”.

Ma Rota incalza: “Le lavoratrici e i lavoratori agricoli hanno continuato a garantire il cibo sulle tavole degli italiani, eppure sono stati colpiti in maniera nefasta dalle conseguenze del Covid19 e di diverse calamità, soprattutto le donne”. L’occasione della protesta è stato l’intervento del Segretario Rota sul lavoro agroalimentare dal titolo “Appello al Governo sul malessere della nostra agricoltura”.
“Lo stesso Decreto Sostegni – spiega il sindacalista – non prevede alcuna indennità per i braccianti, riconosciuta invece ad altri lavoratori stagionali. Ancora una volta, i nostri operai agricoli non sono stati considerati degni di una boccata d’ossigeno di neanche mille euro. In questi giorni, poi, cominciano i raccolti di fragole e pesche, e già sentiamo parlare di mancanza di manodopera, perché molti stagionali hanno difficoltà e recarsi nei territori. Ma allora: come vogliamo rispondere? Rendendo ancora meno attrattivo il lavoro agricolo? Negando perfino un’indennità una tantum? Negando ancora il rinnovo dei contratti provinciali, che in molti territori continua a privare i lavoratori di reddito e tutele? Il paradosso, è che oramai ai nostri lavoratori agricoli converrà non lavorare. Perché una persona dovrebbe spaccarsi la schiena dalle 4 del mattino, sotto il sole o la pioggia, quando si possono prendere più euro con il reddito di cittadinanza?”.
“L’impressione – secondo il leader della Fai Cisl – è che questo Paese rischia di schiantarsi su una profonda crisi sociale se anche il nuovo governo di unità nazionale dimostrerà di vivere su un altro pianeta, pensando a poltrone e condoni e mimando un dialogo sociale che su molti aspetti ancora non c’è”. Rota ricorda dunque la mobilitazione unitaria della categoria, che partirà con un presidio il 31 marzo a Roma e manifestazioni il 10 aprile davanti alle prefetture di tutta Italia.~“Vorremmo volentieri evitare, in un momento difficile come quello che tutti stiamo vivendo, che il Governo sottovaluti il malessere crescente tra chi si sente dimenticato”.

Tags: AgroalimentareCislFAIromaRota
Marcello Guerrieri

Marcello Guerrieri

Esercita la professione di giornalista da oltre trent’anni: ha esordito con la cronaca locale per la redazione ternana de il Messaggero, per la quale ha anche curato, per un lungo periodo, pure gli aspetti sindacali ed economici delle aziende della provincia di Terni. Collabora tuttora col giornale romano. Ha seguito sin dall’inizio, l’evoluzione dei nuovi media, curando numerosi siti come quello di “Terninrete”

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