Quasi cinquemila lavoratori a domandarsi il perché di una chiusura che hanno ritenuto ingiusta: estetisti ed acconciatori delle Marche, eppure avevano applicato alla lettera i protocolli di sicurezza indicati dalla Regione e dal Governo. E dire che i protocolli erano addirittura più stringenti di quelli previsti per altre categorie. Gli adeguamenti sono costati soldi, che hanno gravato sulla difficile situazione finanziaria del momento: le estetiste e gli acconciatori marchigiani non ci stanno. Chiedono di poter lavorare per appuntamento e in sicurezza.
“Riteniamo” afferma la presidente Cna Marche Benessere e Sanità, Perlita Vallasciani “che i servizi alla persona come i nostri, vadano equiparati ad altre attività che restano aperte perché ritenute di prima necessità. In un momento così difficile, anche la cura della persona è una necessità, basata su un rapporto fiduciario con la propria estetista o il proprio acconciatore.”
Nelle Marche le estetiste sono 1.319 mentre barbieri e parrucchieri sono 2.943. Attività in grande difficoltà e posti di lavoro a rischio. Specialmente se le chiusure dovessero durare ancora a lungo.
“Un altro problema da non sottovalutare “precisa Perlita Vallesciani “è la concorrenza illegale degli abusivi, che tagliano i capelli o fanno le manicure nelle case private, senza protocolli di sicurezza adeguati e con grave rischio di contagio, per loro e per i loro clienti. Insomma, nell’intento di combattere il virus, si possono creare le condizioni per favorire la sua diffusione”
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