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Impresa e codice etico. Una certificazione sui valori sociali e sulla legalità dell’azienda Il D.lgs. 231/01 offre una opportunità importante per autenticare il rating e il valore reputazionale di un’impresa, con grandi vantaggi nei rapporti con clienti, banche, fornitori e negli appalti pubblici. A parlarne l’avvocato Gabriele Pacifici Nucci

di Redazione
10/03/2021
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Per l’impresa moderna e con visione di lungo termine non è più sufficiente che i numeri a fine anno abbiamo un segno positivo. Oggi per un’impresa che voglia aumentare la propria fiducia nei confronti dei fornitori e clienti è diventato indispensabile dotarsi di strumenti che ne certifichino i processi di produzione in termini non solo di qualità, ma anche di legalità. Un esempio è il codice etico.

“Negli Usa e in molti altri Paesi UE già dagli anni ’80 le aziende grandi e medie hanno avviato un percorso che costituisca un bilanciamento dei valori d’impresa con quelli sociali. Uno dei migliori strumenti (pochi in realtà) è il c.d. Codice etico e modello di organizzazione e controllo, soggetto ad una revisione periodica di un professionista indipendente che ne attesti il rispetto. Un codice morale definisce chiaramente che cosa ci si può aspettare da un’impresa che liberamente dichiara di volersi conformare a principi generali astratti e a condotte precauzionali preannunciate anche se non ci sono norme legali che obbligano l’impresa ad adottare sistemi di prevenzione di reati”.

Così l’avvocato Gabriele Pacifici Nucci, socio del brand TLF Associati e di Pacifici Nucci & Giacani – Studio Legale Associato, spiega che i vantaggi dell’adozione del codice etico e della revisione periodica da parte del professionista esterno sono potenzialmente infiniti.

“Tuttavia – continua Pacifici Nucci – siccome ci sono leggi che puniscono le imprese, si badi non i singoli, che non adottano modelli organizzativi per prevenire i reati (art.6 L.231/2001), il codice non potrà che contenere un insieme di regole precauzionali per ciascuna area a rischio di opportunismo nei rapporti con gli stakeholder, la cui implementazione non è connessa all’accadere effettivo di pratiche illegali, bensì al solo rischio che possano accadere in violazione di un principio. Il codice, quindi, sostiene e tutela l’impresa dalle sanzioni interdittive e pecuniarie previste dal legislatore ancor prima che i reati vengano commessi da chi opera in nome e per conto dell’impresa”.

La peculiarità del codice etico rispetto alla norma legale è proprio quella di intervenire prima della commissione dei reati, utilizzando l’ampiezza di dominio dei principi etici e la loro capacità di fornire indicazioni di comportamento anche in situazioni delle quali non si ha una conoscenza effettiva se non nel momento in cui accadono.

“Il cliente, il lavoratore, il fornitore o le banche che collaborano con l’azienda hanno maggiori garanzie che essa abbia adottato dei processi di controllo sul proprio operato in grande di certificarne la legalità operativa – prosegue l’avvocato Pacifici Nucci.  Immaginiamo alla semplificazione nei rapporti dei pubblici appalti, dove l’impresa potrà approcciarsi una “patente” di legalità attestata che, in qualche modo, possa accelerare l’affidamento e l’esecuzione di opere e servizi pubblici”.

“Sono convinto che non soltanto per la grande imprese ma, soprattutto, per la piccola e media azienda che questo modello possa costituire un modo per dare un valore aggiunto al proprio prodotto ed alla sua qualità intrinseca che, nei prossimi anni, sarà solo uno degli elementi di valutazione di una realtà imprenditoriale”.

Tags: codice eticoDiritto CommercialeDiritto d’ImpresaGabriele Pacifici NucciLegal AuditPacifici Nucci & Giacani – Studio Legale Associatoristrutturazione aziendaleStudio Fiscale RomaStudio Legale RomaTLF Associati
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