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Covid-19 e crollo del settore dei servizi: calo drastico per l’occupazione femminile La crisi dovuta all'emergenza sanitaria in corso, e nello specifico il crollo totale del settore dei servizi, ha rallentato l'occupazione femminile con un dato abbastanza preoccupante: -21 mila donne occupate rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente

di Giulia Spalletta
08/03/2021
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La pandemia Covid rallenta l’occupazione femminile anche in Sicilia e nel terzo trimestre del 2020 segna un –21 mila donne occupate, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il dato emerge da uno studio dell’Osservatorio economico di Confartigianato Sicilia. Il Covid brucia così il lavoro delle donne, colpa anche del crollo nel settore dei servizi, un settore per lo più a vocazione femminile.

Al terzo trimestre 2020 si contano 478 mila occupate totali, di cui 80 mila (16,7% del totale) occupate indipendenti (-3 mila rispetto al terzo trimestre 2019) e 398 mila occupate dipendenti al III trimestre 2020 (-18 mila rispetto al III trimestre 2019).

Nel 2020, in Sicilia, il totale delle imprese registrate gestite da donne è di 114.896, di cui il 10%, 11.506, sono imprese artigiane. Il 13,5% delle imprese artigiane femminile è gestito da giovani under 35 mentre il 6,4%, ovvero 734, sono gestite da straniere.

Il 57,4% dell’artigianato femminile si occupa di attività di servizi per la persona (in particolare il settore benessere), il 28,6% di manufatturiero (in particolare industrie alimentari e confezione di articoli di abbigliamento), il 9,5% di servizi alle imprese mentre solo il 3,8% è impiegato nelle costruzioni.

Dati Istat, riferiti al 2019, danno evidenza di alcune disparità di genere che potranno influenzare in modo favorevole o sfavorevole la partecipazione delle donne siciliane nel percorso futuro di ripresa. I gap a favore delle donne: quota di donne 25-64 anni con almeno un diploma (+2,8 p., 53,2% donne vs 50,4% uomini), quota di donne laureate (+10,5p., 25,6% donne vs 15,1% uomini) e quote di donne che partecipano alla formazione continua (+0,4 p., 5% donne  vs 4,6% uomini). I gap a sfavore delle donne: quota di donne con competenze digitali (-7,6 p., 10,7% donne vs 18,3% uomini), quota lavoratrici dipendenti con bassa paga (+1,9 p., 18,5% donne vs 16,6% uomini), quota occupate a part time involontario (+16,2 p., 27,1% donne vs 10,9% uomini) e ammontare retribuzione media annua delle lavoratrici dipendenti (-32,1%, 12.156 euro donne vs 17.894 uomini).

Abbiamo visto che nel 2020, in Sicilia, si contano 114.896 imprese al femminile di cui 11.506 artigiane. Vediamo adesso la divisione provincia per provincia. È Catania la provincia che guida la classifica dell’Isola, con il maggior numero di imprese rosa, 24.903 di cui 2.498 artigiane. Palermo, è seconda, con 23.623 imprese al femminile di cui 2.309 artigiane. Seguono Messina, Trapani e Agrigento. La città dei Templi è anche quella con la più alta incidenza di donne nel settore dei servizi alla persona, con una percentuale del 66,4%.

Tags: CDENEWSCovid-19lavoro donneSicilia
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