Perdita media di più di 120 mila euro, per un totale di più di cinque miliardi, contro appena 3 mila euro ricevuti in ristori: questa la situazione delle imprese piemontesi di commercio e turismo un anno dopo l’inizio della crisi sanitaria ed economica. Ne parla Confesercenti Piemonte che, dopo aver fornito i dati, si concentra su previsioni che sono ancora una volta nere.
“Si tratta – dice Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti – di medie ed è necessario quindi approfondire i numeri dei singoli settori, perché non per tutti la situazione è così drammatica. Tuttavia, esse danno il senso dello tsunami che si è abbattuto sulle nostre imprese. Di fronte a ciò, la sensibilità delle istituzioni ci pare ancora gravemente insufficiente. Il governo – spiega Banchieri – si appresta a varare il ‘Dl Sostegni’. Un decreto atteso con ansia dalle imprese e che deve essere l’occasione per superare le criticità riscontrate nei precedenti ‘ristori’. La bozza attualmente circolante però, se confermata, rappresenterebbe un’ulteriore beffa per molte imprese. Sebbene sia positivo il superamento del codice Ateco come criterio di selezione delle imprese, troviamo inaccettabile il colpo di spugna sulle perdite subite dalle imprese nel 2020 e mai ristorate. Chiediamo che si corregga la linea: ci sono migliaia di imprese in attesa”.
I piemontesi hanno speso più di dieci miliardi in meno a causa delle restrizioni alle attività e al movimento delle persone per contenere la diffusione del virus. In Piemonte, considerando solo i pubblici esercizi, i giorni di chiusura totale sono stati 119. Le attività economiche sono allo stremo, hanno bisogno di una terapia intensiva basata su sostegni più significativi di quelli arrivati finora e di una campagna vaccinale a tappeto che consenta, il prima possibile, di riprendere una vita normale.
Senza queste due condizioni, in molti tireranno giù la saracinesca per sempre. Nel 2021, in Piemonte, questa situazione potrebbe riguardare 18 mila imprese nel commercio, nel turismo e nei servizi per 50 mila persone: alberghi e pubblici esercizi, altre attività turistiche, alcuni comparti del commercio al dettaglio, compresi gli ambulanti, dell’ingrosso, le agenzie immobiliari, i servizi alla persona come parrucchieri, centri estetici, il tempo libero, intrattenimento e cultura.
A essere colpiti forte potrebbero essere bar e ristoranti (-3.500 a fine 2021) e negozi dell’abbigliamento (-900). La ripresa passa obbligatoriamente per una normalizzazione della spesa delle famiglie e per dell’entità delle restrizioni applicate alle attività economiche. Fondamentale dunque capire l’esito del vaccino: se il rafforzamento annunciato dal nuovo Governo dovesse esserci davvero, il trend potrebbe essere invertito rapidamente. Secondo le stime di Confesercenti, in Piemonte – tra aprile e dicembre 2021 – si potrebbe guadagnare un miliardo e mezzo di Pil, pari a un miliardo di consumi. Nel 2022 si potrebbe arrivare a quasi tre miliardi di Pil e due di consumi.