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Morti sul lavoro nelle Marche: 2020 drammatico Santarelli, Cgil Marche: "Prezzo pagato dalla nostra regione lo scorso anno è pesante, i più colpiti sono stati i precari"

di Alessandro Pignatelli
03/03/2021
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Nelle Marche, a fronte di meno lavoro, sono però aumentati i morti in servizio. Lo fa sapere l’Ires Cgil Marche, che ha elaborato i dati dell’Inail. Nel 2020, ci sono state 15.714 denunce di infortuni, 3.297 in meno del 2019, con un calo del 17,3 per cento. Una diminuzione dovuta in buona parte al blocco delle attività produttive da marzo in poi a causa della pandemia. In Italia, il calo degli infortuni sul lavoro è stato del 13,6 per cento.

Nelle Marche, la diminuzione maggiormente degna di nota è per gli infortuni in itinere: sono stati 1.917,834 in meno rispetto all’anno prima (-30,3 per cento); più contenuta la diminuzione delle denunce in occasione di lavoro, 13.797,463 in meno del 2019, ossia il 15,1 per cento. Gli infortuni calano in maniera più forte per gli under 20: 1.493 in meno (-62 per cento), tra i 20 e i 29 anni siamo a -429 unità (-16,7 per cento), tra i 30 e i 39 anni -517 unità (-16,2 per cento).

Tra gli uomini si registrano 9.525 infortuni (-5,8 per cento), tra le donne 6.189 (-5,4 per cento). Come detto all’inizio, è invece tragica la situazione per i decessi in ambito lavorativo: nel 2020 se ne sono registrati 46,13 in più del 2019. A crescere soprattutto le morti in occasione di lavoro, che sono state 40, 15 in più di dodici mesi prima. Sono stati 12 i morti per contagio da covid e riguardano in particolare la professione infermieristica, gli operatori socio-sanitari e le professioni mediche. Nelle Marche l’incremento dei decessi da lavoro è stato del 39,4 per cento contro il dato nazionale del 16,6 per cento.

Sempre nel 2020, le denunce di malattie professionali sono state 4.895,406 in meno rispetto al 2019. Soprattutto malattie del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo (3.298), malattie del nervoso (930), malattie dell’orecchio e dell’apofisi mastoide (246) e tumori (57).

Giuseppe Santarelli, segretario regionale Cgil Marche e responsabile Salute e sicurezza, commenta: “Il prezzo pagato dai lavoratori nel 2020 è pesante perché 46 morti sul lavoro in una piccola regione come la nostra dovrebbero essere oggetto di una grande discussione e dovrebbero suscitare molte domande. I più colpiti sono stati coloro che maggiormente vivono in condizioni di lavoro precario, instabile o senza formazione adeguata, costretti a lavorare proprio nei mesi della pandemia in condizioni di maggior ricatto e pericolosità. L’altro capitolo grave riguarda le professioni sanitarie colpite con oltre 3mila infortuni da covid-19 e ben 12 decessi sul lavoro che non possiamo considerare come fatti ineluttabili e normali. Chiediamo da anni un rafforzamento della vigilanza dell’Asur nei luoghi di lavoro, perché proprio durante la pandemia l’impressione è che si sia allentata di molto la capacità di controllo delle istituzioni preposte”.

Il 2021 non sembra essere iniziato meglio: già a gennaio, gli infortuni registrati sono 1.397, l’8,7% in più rispetto allo stesso mese del 2020 e aumentano sopratutto nei settori industriali (+29,9%). Già uno l’infortunio mortale registrato nel primo mese del 2021.

Tags: CDEARTICLEMarcheMorti sul lavoro
Alessandro Pignatelli

Alessandro Pignatelli

Giornalista professionista e scrittore, amante della carta stampata come del mondo digitale. Ho lavorato per agenzie stampa e siti internet, imparando nel mio percorso professionale a essere tempestivo, preciso, ma anche ad approfondire con vere e proprie inchieste. Con i new media e i social, ho inserito nel mio curriculum anche concetti come SEO, keyword, motori di ricerca, posizionamento.

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