Situazione di grandissima difficoltà per l’occupazione nelle Marche. A parlarne è Daniela Barbaresi, segretaria regionale della Cgil. “La pandemia ha pesato notevolmente sul sistema economico produttivo della regione, che già negli ultimi anni si era dimostrato essere lento e arretrato. Nei primi nove mesi del 2020 c’è stata una perdita di 35 mila posti di lavoro, il 70% donne, ma anche i giovani hanno pagato un prezzo enorme. E pensare che abbiamo potuto beneficiare del blocco dei licenziamenti: siamo preoccupati per quello che potrebbe succedere alla fine di questo provvedimento. L’Inps, nel 2020, segnala 130 milioni di ore di cassa integrazione richieste e autorizzate, che equivalgono al mancato lavoro a tempo pieno di 60 mila persone. Se non si mettono in campo misure necessarie e urgenti, rischiamo di perdere a breve altri 50 – 60 mila occupati”.
Si arriverebbe a una situazione economica e sociale quasi insostenibile, con 100 mila persone senza un lavoro. “La difesa dell’occupazione è il primo obiettivo. Abbiamo chiesto alla Regione Marche di aprire un confronto su questi temi: la settimana scorsa abbiamo incontrato l’assessore regionale al Lavoro e gli abbiamo parlato di questa preoccupazione e delle azioni che bisognerebbe intraprendere”.
Le Marche hanno ricevuto una sorta di colpo da ko, sul ring, proprio dal Covid-19. Ma già prima barcollavano: “C’erano ritardi precedenti. In dieci anni, dal 2009 al 2019, avevamo perso 20 mila lavoratori nel manifatturiero, mentre erano cresciuti di 38 mila nel settore terziario. Ma quali sono le caratteristiche del lavoro nelle Marche? Che tipo di contratti di lavoro abbiamo? Uno su due può contare su un contratto a tempo pieno a indeterminato. Spesso viene imposto il part time, che è la condizione prevalente. Quindi, oltre a difendere, bisogna qualificare l’occupazione, investire nel mondo del lavoro. C’è anche un problema salariale nella nostra regione. E gli indicatori sono tutti preoccupanti: le esportazioni, nei primi nove mesi del 2020, hanno perso il 16,6% al netto di farmaceutica e nautica, il Pil, la spesa delle famiglie, i redditi. Sono tutti indicatori peggiori della media nazionale”.
La Regione è di fronte a un bivio: “Il 2021 può essere l’anno della ripartenza o sarà quello del declino irrimediabile. Rischiamo di essere schiacciati tra le regioni del Nord, che sono un po’ la locomotiva, e quella del Sud, che beneficiano di misure specifiche” afferma Daniela Barbaresi.
La Regione è stata coinvolta pienamente dalla Cgil: “Vogliamo sapere che misure intende mettere in campo per rilanciare l’economia. Cosa intende proporre e come si è posta nei confronti del Governo uscente. Ci sono parecchi soldi in arrivo, ma bisogna programmare come spenderli”.
Tra i settori più colpiti il calzaturiero: “Dati agghiaccianti: ha perso il triplo della media degli altri comparti. Il sistema moda è andato in crisi perché arrivava da un periodo lungo e negativo, dove in dieci anni ha perso un terzo della forza lavoro, siamo circa al -28 per cento. Ha risentito molto anche il settore dei servizi alla persona, che hanno usufruito parecchio degli ammortizzatori sociali. E poi c’è il turismo, che la pandemia ha trasformato, causando gravi perdite nell’occupazione, in particolare dei lavoratori stagionali”. Dice Barbaresi: “Seguiamo con attenzione la nascita del nuovo governo. Nelle Marche hanno perso lavoro 25 mila lavoratrici nel 2020, c’è un problema di occupazione femminile che dovrà venire affrontato. Di pari passo, servirà garantire un sistema di welfare adeguato: siamo in calo demografico, ma è complicato fare figli se non hai una rete adeguata, a iniziare dagli asili nido. Qui ci sono pochi posti e sono tra i più cari rispetto alla media nazionale. Le Marche devono recuperare un po’ della specificità del nostro modello di sviluppo che aveva creato crescita a coesione sociale. Sono crescite le diseguaglianza, oggi parliamo di lavoro povero e di emergenza salariale, argomenti che prima non facevano parte del nostro vocabolario”.
La ripresa passa per le infrastrutture, problema annoso: “Qui speriamo nell’Europa. C’è esigenza di riqualificare la rete per consentire collegamenti viari e digitali. Partiamo dalla terza corsia dell’ultimo tratto dell’A14 per arrivare all’asse orizzontale est-ovest: noi non siamo in grado di raggiungere, in treno, Roma in modo decente. L’ultima novità è che hanno soppresso pure il treno Alta Velocità per Milano, così ora abbiamo problemi anche verso Nord. Bisogna terminare l’ultimo tratto di collegamento tra il Porto di Ancona e l’Aeroporto. E’ urgente completare alcuni interventi infrastrutturali. E poi c’è la partita digitale, indispensabile per lo sviluppo e la sopravvivenza delle aree interne, in special modo quelle colpite dal sisma”.
Altra partita delicata è quella delle vaccinazioni: “Noi confidiamo molto nell’immunità di gregge che potrà bloccare la pandemia. I ritardi nelle forniture sono un grosso problema. Noi come sindacati siamo convinti dell’importanza del vaccino, sosteniamo la campagna, è importante fare in modo che la gente sia consapevole dell’importanza della vaccinazione e adeguatamente informata. Saremo parte attiva nell’informare e nel sostenere la campagna vaccinale. Nelle Marche sta partendo ora quella per gli over 80. Abbiamo chiesto alla Regione di essere coinvolti e di discutere delle criticità che si stanno registrando”.