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Confagricoltura e Copagri Puglia: “Latte, scorrettezze dai caseifici” Lazzàro e Battista: "Serve l'intervento dell'assessore e l'apertura di un tavolo per spiegare questa incresciosa situazione"

di Alessandro Pignatelli
13/01/2021
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In questi giorni gli allevatori stanno ricevendo dai caseifici a cui conferiscono il latte, la richiesta di fatturazione a titolo di saldo relativamente al periodo del lockdown marzo aprile 2020. Il saldo che viene applicato è pari a 2 cent al litro rispetto alla riduzione, che per quel periodo, è stata in media di 4 cent al litro. Per i vertici pugliesi di Confagricoltura e Copagri è una “grave scorrettezza che viola i dettami della legge regionale 13/2020 e i cui risvolti necessitano di attenti approfondimenti”.

Il presidente di Confagricoltura Puglia Luca Lazzàro e il presidente e della Copagri Puglia Tommaso Battista denunciano il modus operandi di questi caseifici atteso che la regione Puglia, lo scorso ottobre, aveva attivato un bando dedicato alle imprese di trasformazione lattiero-casearie gravemente colpite dal blocco delle vendite causato dalle misure restrittive contro il Covid dei mesi di marzo e aprile. L’avviso pubblico, con una dotazione complessiva di 800mila euro, prevedeva ristori in favore dei trasformatori che avrebbero assicurato il pagamento del saldo agli allevatori in base ai prezzi del mese di febbraio 2020.

Infatti la legge in questione, la n. 13 del 15/05/2020 all’art. 3 comma 6 così recita: “La Regione eroga un aiuto a fondo perduto in favore dei trasformatori con sede in Puglia che ritirano il latte pugliese, sulla base dei prezzi praticati sino a febbraio 2020, esclusivamente dagli allevatori con attività ubicate sul territorio regionale”. È da rilevare che questa legge affonda le sue radici in un’altra denuncia degli allevatori i quali, a marzo del 2020, si erano visti tagliati drasticamente i pagamenti da parte di molti caseifici pugliesi. I trasformatori avevano motivato il taglio con gli effetti della crisi covid. Una giustificazione inaccettabile per i produttori perché se è vero che nel periodo del lockdown c’è stato un calo di richieste di prodotti caseari da parte del circuito Horeca, dall’altra c’è stata una impennata di richieste provenienti dalla grande distribuzione, settore che ha registrato in quel periodo un aumento delle vendite di prodotti caseari freschi di quasi il 50 per cento.

“Per tali ragioni chiediamo – proseguono i presidenti Lazzàro e Battista – che l’assessore Donato Pentassuglia convochi urgentemente il tavolo latte perché, i caseifici interessati, forniscano le opportune spiegazioni a questa incresciosa vicenda. Chiederemo all’assessore ancora una volta di intervenire attraverso la misura 21 (emergenza COVID) in favore della zootecnia, in quanto, oltre ai settori floricolo, vitivinicolo e agrituristico, è un comparto che ha avuto gravi ripercussioni in termini di produzione a seguito della chiusura del canale Horeca a causa dell’emergenza Covid-19. Il PSR Puglia 2014/2020 continua a non considerare la zootecnia come un settore degno di attenzione”.

“Infatti, nel PSR, non era stata indicata alcuna misura in favore del benessere animale, nonostante gli impegni assunti ad inserirla. Tra l’altro, la Puglia risulta essere unica regione in tutta Italia a non aver adottato provvedimenti in tal senso”. “Oggi, dunque, chiediamo di inserire nella misura 21 “Covid” la zootecnia atteso che dei 32 milioni di euro messi a disposizione della Commissione europea, mancano all’appello 13 milioni, al netto dei settori per i quali sono stati emessi i bandi della stessa misura 21. Per una regione che al 31 dicembre 2020 risulta collocata all’ultimo posto al livello nazionale in termini di spesa del PSR 2014/2020 sarebbe un paradosso non utilizzare risorse immediatamente disponibili”, concludono Lazzàro e Battista.

Tags: CDENEWSConfagricoltura PugliaCopagri PuglialattePuglia
Alessandro Pignatelli

Alessandro Pignatelli

Giornalista professionista e scrittore, amante della carta stampata come del mondo digitale. Ho lavorato per agenzie stampa e siti internet, imparando nel mio percorso professionale a essere tempestivo, preciso, ma anche ad approfondire con vere e proprie inchieste. Con i new media e i social, ho inserito nel mio curriculum anche concetti come SEO, keyword, motori di ricerca, posizionamento.

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