Superbonus: si estenda anche al digitale

Perché non estendere il Superbonus per l’edilizia alla cablatura verticale degli edifici? La proposta di Antonio Nicita, docente di Economia politica all’Università Lumsa di Roma ed ex commissario Agcom, trova spazio su ItaliaOggi.

“Se si realizzano i lavori di ristrutturazione nei palazzi, dovrebbe diventare ovvio includervi la cablatura verticale, con riflessi pure sulla sostenibilità ambientale ed energetica che nelle nostre case passa anche dall’Internet of things, cioè dai sistemi intelligenti che parlano tra di loro. Il Superbonus con detrazioni del 110 per cento previsto per interventi di isolamento termico, sostituzione degli impianti di climatizzazione, riduzione del rischio sismico e altre opere potrebbe essere esteso al cablaggio verticale, prevedendo una dotazione aggiuntiva”.

Aggiunge: “Così facendo, il Superbonus per lavori sulle proprie abitazioni diventerebbe in parter anche un digital bonus”.

Nel nostro Paese, ci sono un milione di condomini per trenta milioni di unità immobiliari, pari a circa 14 milioni di famiglie. Così fatto, il digital bonus permetterebbe di abbattere i costi di attivazione delle nuove linee in tempi molto veloci. “Questo periodo di emergenza ci deve indurre a considerare la medicina a distanza come uno degli obiettivi da raggiungere per migliorare la risposta sanitaria e anche questa motivazione dovrebbe spingere verso il digital bonus”.

Tutti collegati significa una nuova regolamentazione del web: “Gli algoritmi vanno resi più trasparenti, depotenziandone l’estremizzazione, poi c’è un problema di responsabilità dei contenuti e sarebbe opportuno prevedere meccanismi che in qualche modo ricalchino quelli della tv e della carta stampata. Ma attenzione a non guardare solo ai giganti del web. Donald Trump per esempio è uscito da Twitter e si sta facendo un proprio social, quindi possono nascere piattaforme ad personam e anche queste andranno ricomprese in una regolamentazione. Entro qualche mese l’Europa si è impegnata a presentare una proposta. Sarà importante discuterla e già si può cominciare a riflettere sulla valenza pubblica della libertà d’informazione e sulla esternazione sul web”.

Continua Nicita: “Di fronte alla tv possiamo cambiare canale, in edicola scegliamo il giornale, sul web non selezioniamo, è l’algoritmo che ci porta in quella parte del mondo che esso ha deciso che desideriamo, la finestra sul mondo diventa uno specchio di noi stessi. L’algoritmo poggia sulla semplificazione e sulla polarizzazione. Ci impedisce (quasi) di scegliere. Perciò dobbiamo lavorare sugli algoritmi per salvarci da loro”.

Internet in tutte le case sì, dunque, ma con regole e responsabilità. “Il nuovo, auspicale corso del web deve riguardare la modalità dell’informazione e quindi coinvolgere anche i media tradizionali. Il tempo della polarizzazione, rafforzata anche dalle strategie di disinformazione, richiede un giornalismo coraggioso che sa entrare nei fatti anziché limitarsi a testimoniarli. Forse questo non servirà ad affermare la verità dei fatti, perlomeno non per tutti, ma aiuterà a mettere luce sul clima sociopolitico e culturale di questo tempo”.

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