Milano Investigazioni: «Spionaggio industriale: un fenomeno in crescita con la diffusione dello smart working»

Fuga di notizie, sottrazione illecita di documenti, violazione della privacy: in una parola, spionaggio industriale. Si tratta di un fenomeno in forte crescita, con un impatto negativo a livello economico e di immagine sull’impresa colpita, soprattutto con la diffusione dell’home working. Il dottor Lino Crignano, Executive Director di Milano Investigazioni, agenzia leader nella città meneghina, spiega come un’attività di intelligence possa contrastare tale fenomeno: «Con lo smart working si sono trasferite parecchie attività fuori dall’azienda, con il risultato che per un pirata informatico è più semplice hackerare i collegamenti remoti, così come è più facile trascurare quei comportamenti di attenzione che fanno parte dei protocolli interni di un’impresa. Da un lato, quindi, l’azienda dà permesso di poter continuare a svolgere le proprie mansioni in un luogo che non sia la sede stessa, ma dall’altro si espone a un pericolo in quanto, allentando i protocolli di sicurezza tipici di un contesto aziendale o professionale, rischia la fuga di notizie o l’acquisizione fraudolenta di dati».

Un problema che tocca soprattutto aziende, banche, fiduciarie, studi di commercialisti o finanziarie. Ma cosa si può fare, quindi, per mettere al riparo i dati dei clienti, le procedure e il know-how aziendale o le strategie del proprio marketing?

«Il primo passo è rivolgersi a un’impresa investigativa professionale che metta in campo una strategia volta a tutelare l’azienda con misure preventive che comportino la messa in sicurezza del sito produttivo o delle sedi amministrative con bonifiche ambientali e telefoniche delle aree più sensibili. A ciò vanno aggiunte la regolamentazione dei comportamenti che devono essere tenuti da dipendenti e da dirigenti e il controllo dell’apparato informatico con l’assistenza dell’amministratore di rete».

Se, malgrado questo protocollo preventivo, si verificano furto di dati e violazioni, ecco che scattano le investigazioni per scoprire chi ha trovato il modo di eludere le misure di sicurezza.

«Nel momento in cui, pur avendo adottato tutti i protocolli preventivi si verificasse una falla, va individuato l’artefice del danno. Attenzione, non sempre si tratta di dipendenti infedeli o di punti deboli riscontrati nel sistema informatico, molto spesso abbiamo a che fare anche con la disattenzione dei dipendenti che, magari lasciando documenti importanti in vista o pc accesi e senza password, fanno il gioco di chiunque sia in malafede».

Ma ci sono dei segnali che devono far sospettare?

«Poiché è difficile per una dirigenza capire se sono in atto delle azioni tese a danneggiare l’azienda o l’ufficio, attuare dei protocolli preventivi, rivolgendosi a un’agenzia investigativa, è l’unica strada percorribile. L’iter investigativo consta di controlli, pedinamenti, analisi della documentazione aziendale o predisposizione di un sistema di videosorveglianza, ovviamente nell’ambito strettamente investigativo. Ecco perché programmare di default tutta una serie di attività preventive che possono scongiurare il pericolo di spionaggio industriale si rivela fondamentale e se attuato in modo rigoroso riduce questo genere di rischi».

 

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