Dietro ogni calice di vino c’è sempre una storia di famiglia, fatta di uomini e di donne che hanno avuto l’ardire di andare contro corrente e osare in tempi difficili, quando l’uniformità era la regola e il coraggio un azzardo. Questa è anche la storia di Cantine Crocco, azienda immersa nella riserva Naturale dei Calanchi di Montalbano Jonico, in provincia di Matera. Oltre 60 ettari coltivati a vigneti, uliveti e frutteti da ben 4 generazioni: a guidare l’azienda oggi sono il padre Maurizio e il figlio Angelo che con passione, competenza e professionalità continuano a scrivere la storia della loro famiglia.
«Da quattro generazioni, coltiviamo e vinifichiamo nel pieno rispetto della natura, dando vita a vini Igt di nicchia, vincitori di premi a livello nazionale ed internazionale – spiega Angelo -. Produciamo circa 130.000 bottiglie all’anno, suddivise in 10 etichette fra i rossi, bianchi e rosati». Situata a 300 metri di altitudine sul pianoro di Ventomare, il terrazzo marino più esteso di Montalbano, dove la spiaggia preistorica ha lasciato la sua presenza in sassi e ghiaie che sono la riserva ideale dei sali minerali necessari alla coltura della vite, l’azienda Crocco cura la coltivazione dei vigneti e la selezione delle uve con impegno costante, sempre nella ricerca della qualità e nel rispetto della tradizione vinicola, ma con occhio vigile alle innovazioni della moderna tecnologia.
«La filosofia dell’azienda è quella di vinificare solo uve prodotte esclusivamente nei vigneti di proprietà e la vinificazione viene svolta nel rispetto della natura dell’uva e nel modo più naturale possibile – aggiunge Angelo -. Le uve raccolte manualmente sono vinificate secondo i metodi tradizionali e una parte è affinata in barrique, il resto è soggetto ad un lungo affinamento in acciaio. Il terreno e la buona esposizione offrono vini dalla struttura solida, dal sapore fruttato intenso, amalgamato dal profumo e dai balsami delle brezze mediterranee. Il tutto valorizzando i vitigni autoctono come il Primitivo e l’Aglianico. «Il legame con il territorio – conclude Angelo – si riflette anche nei nomi che abbiamo scelto per le etichette: i nostri vini si chiamano come le contrade, o in onore a personaggi storici come il brigante Crocco di metà Ottocento.
SCOPRI DI PIÙ