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Pollak (Unoe): “Situazione drammatica, è tutto fermo, lo Stato pensi a contributo a fondo perduto” Organizzatori di eventi fiaccati da lockdown e chiusure: "Con 2 mila euro non si riesce a fare proprio nulla"

di Alessandro Pignatelli
20/11/2020
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“La situazione è drammatica”. Non usa mezzi termini Alessandro Pollak, presidente dell’Unione nazionale organizzatori di eventi (Unoe), per descrivere la situazione del settore. Fiaccato dal lockdown totale o parziale. Come nel caso del Lazio: “Pensavamo che, essendo zona gialla, si potessero tutelare alcune situazioni, invece non è così. Il Comune di Roma ha infatti fatto sapere che mostre mercati e mercatini sono equiparati a sagre e fiere, dunque non sono ammessi. Questo crea non pochi problemi a diversi associati, che chiuderanno l’attività entro la fine dell’anno perché non hanno di che mantenersi”.

Il Decreto Ristori non è stato ciò che si aspettava l’Unoe: “Solo in parte può essere considerato positivo, ma lo Stato chiede alle società di inviare esclusivamente l’attività svolta da aprile 2019 ad aprile 2020 e ovviamente bisognerebbe invece riferirsi anche agli altri periodi dell’anno, agli altri mesi. Così molti dei soci non stanno producendo documentazione e non prenderanno dunque il contributo previsto”. Che è pari a 2 mila euro circa: “E forse è meglio non averli neanche perché con questi non si fa fronte a nulla. Il Governo avrebbe dovuto erogare contributi a fondo perduto, ma non sulla base del fatturato, bensì sull’anzianità delle società, e senza chiedere troppi requisiti. Doveva essere sufficiente dimostrare di aver lavorato, facendo un certo numero di eventi. In Germania, ristoratori e organizzatori di eventi si son trovati, dalla sera alla mattina, a non poter più continuare la loro attività. La differenza con l’Italia è che lì, al massimo entro una settimana, lo Stato ha concesso una media di 12 – 15 mila euro a soggetto. Da noi non sta accacendo. Uguale per le casse integrazioni: non ci sono soldi da giugno, tanto che alcune società hanno pensato di anticipare la cig ai dipendenti “. Problema ulteriore per le partite Iva: “Chi l’ha aperta nel 2020, non ha diritto a nulla. Così si penalizzano le nuove attività”.

Pollak dice: “Molti avevano fatto investimenti un anno prima per organizzare fiere e ora magari si trovano con i debiti e i leasing fatti per i furgoni, con acconti dati per aver ordinato strutture particolari. La situazione peggiore è per chi si era aggiudicato i bandi per due – tre anni, facendo grandi investimenti. Anche perché non è detto che l’amministratore comunale faccia recuperare l’evento l’anno successivo”. Niente da aggiungere, verrebbe da dire: “Siamo sicuramente i più colpiti, con un cento per cento in meno di fatturato. Da maggio a settembre qualcosa si era mossa, ma non dimentichiamo che contingentamento persone e percorsi covid avevano fatto aumentare anche le spese per le società che allestiscono fiere”. Non c’è distinzione tra zone rossi, arancione e gialle: “Ormai si è uniformato tutto”. L’Unoe vorrebbe un confronto con le istituzioni: “Invece non veniamo presi in considerazione, non possiamo sederci intorno a un tavolo per decidere insieme come avviare alcune attività. Non c’è una possibilità di dialogo. Mi rendo conto che questo problema, però, investe tutte le attività produttive”.

L’Associazione si sta comunque muovendo in ambito politico: “Siamo stati invitati da una delegazione di Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni in conferenza stampa ha riportato la problematiche che l’Unoe aveva esternato. Prossimamente, vedremo anche Calenda, candidato a sindaco di Roma, con cui sarebbe interessante riuscire ad aprire un tavoli di confronto. Noi dobbiamo gioco forza essere trasversali”.

Il comparto degli organizzatori di eventi movimenta ben un miliardo e mezzo – due miliardi di euro: una cifra molto importante. “Si è perso veramente tanto, è tutto fermo, tranne le spese e le tasse perché quelle vanno pagate sempre. Sarebbe il caso che lo Stato bloccasse anche queste per salvare il salvabile, ma non avverrà. Noi andiamo andiamo avanti, cerchiamo di farci sentire. Siamo la prima associazione di categoria a al momento abbiamo 52 soci, ci dobbiamo fare spazio”. Chiude con una considerazione amara e con un consigio Pollack: “Questa categoria è stata fortemente penalizzata, tutti gli organizzatori di eventi: artistici, musicali, teatrali, di street food, di mostre mercato e di fiere. Lo Stato dovrebbe voltare pagina, versare una quota a fondo perduto per dare respiro. Tante serrande si stanno chiudendo, tante società stanno portando i libri dal notaio per il fallimento”.

Tags: Alessandro PollackCDEINTERVIEWUnoe
Alessandro Pignatelli

Alessandro Pignatelli

Giornalista professionista e scrittore, amante della carta stampata come del mondo digitale. Ho lavorato per agenzie stampa e siti internet, imparando nel mio percorso professionale a essere tempestivo, preciso, ma anche ad approfondire con vere e proprie inchieste. Con i new media e i social, ho inserito nel mio curriculum anche concetti come SEO, keyword, motori di ricerca, posizionamento.

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