Smart working in Regione: Cgil Piemonte lo promuove

Smart working in Regione pienamente promosso dalla Cgil Piemonte che si domanda come mai l’Ente abbia invece espresso un parere negativo: “I dati che abbiamo raccolto raccontano una realtà diversa. Ci piacerebbe capire quali elementi ha utilizzato la dirigenza della Regione per esprimere un giudizio negativo sull’esperienza dello smart working”. Il sondaggio è stato eseguito nello scorso mese di aprile, in pieno lockdown dunque.

Il questionario è finito nelle mani di 694 dipendenti. Cgil funzione pubblica svela i risultati: il 78,2 per cento sarebbe disposto a proseguire con il lavoro agile anche alla fine dell’emergenza sanitaria, il 7,1 per cento preferirebbe non continuare; la maggioranza alternerebbe volentieri lavoro in presenza con smart working. Appena il 16,5 per cento firmerebbe per quattro giorni di smart working su cinque. Il 39,9 per cento ne sceglierebbe tre, il 31,2 per cento due e il 6,5 per cento appena una giornata.

“E’ evidente che nessun dipendente regionale intenderebbe ‘sparire’, come riportato da alcuni esponenti politici e organi di stampa”.

Il 69,3 per cento degli intervistati, anche a casa, ha adottato un’organizzazione temporale simile a quella dell’orario di ufficio, il 23,8 per cento ha invece adottato una scansione orario diversa, più vicina alle proprie esigenze. Il 6,8 per cento dice di aver lavorato troppe ore in più rispetto al lavoro d’ufficio. Quasi il 60 per cento ha organizzato meglio il tempo di lavoro, il 30,5 per cento non ha visto significative differenze tra le diverse modalità, solo il 10 per cento dei dipendenti ha detto di aver faticato a organizzare il tempo di lavoro.

L’88 per cento del campione ha detto che l’esperienza in smart working è sostanzialmente equiparabile a quella in ufficio. Il 65,1 per cento ha utilizzato strumenti propri e il 62,1 per cento pensa che l’amministrazione regionale non abbia posto in essere supporti per la gestione del lavoro agile, né linee guida per il lavoro in team a distanza. Si è rimediato con le proprie capacità informatiche, buone per l’80 per cento degli intervistati; l’87 per cento dichiara di utilizzare nuove soluzioni tecnologiche web-based per comunicare. “Appare dunque singolare che l’Amministrazione abbia indicato, in un report inviato al Dipartimento della Funzione pubblica, come la carenza più rilevante sia quella delle competenze digitali dei dipendenti”.

Infine, il 71,3 per cento dei dipendenti regionali ha rendicontato la propria attività lavorativa al responsabile con rapporti settimanali (45,7 per cento), giornalieri (17,9 per cento) o a step su attività specifiche (17,9 per cento).

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