“L’impatto del lockdown sugli appalti ferroviari ha costretto anche in Umbria le società del settore a richiedere l’attivazione degli ammortizzatori sociali a causa della drastica riduzione dei servizi erogati dalle società committenti facenti parte del Gruppo FSI. Tale situazione ha aggravato un quadro complicato di eccessiva frammentazione di lotti e gare al massimo ribasso nel quale le organizzazioni sindacali attendono da ormai tre anni il decreto di emanazione delle tabelle di costo del lavoro, da parte del ministero”. Lo afferma in una nota Sandro Gentili, responsabile appalti Fs per la Filt Cgil dell’Umbria.
“A rendere lo scenario ancora più critico – continua Gentili – sono state le modifiche introdotte dal DL 34/2020 (Rilancio) al DL 18/2020 (Cura Italia), che avrebbero dovuto assicurare i pagamenti ai lavoratori entro un mese e mezzo dalle richieste inoltrate dalle società, prevedendo la possibilità per il datore di lavoro di imprese plurilocalizzate di anticipazione delle integrazioni salariali, circostanza alquanto improbabile per mancanza di liquidità”.
Gentili sottolinea come i tempi di erogazione dell’intero ammontare della prestazione, ovvero l’anticipazione da parte dell’Inps calcolata sul 40% delle ore autorizzate nell’intero periodo, non garantiscono soprattutto le famiglie monoreddito, esponendo i lavoratori a richiedere prestiti per raggiungere il fine mese e non sempre concessi.
“A distanza di tre mesi, solo una piccola parte dei lavoratori del comparto ha ricevuto un sostegno al reddito anticipato dall’azienda, mentre invece la maggior parte dei circa 100 lavoratori umbri, sono ancora in attesa della cassa integrazione da parte dell’Inps”.
A fronte di questa situazione ormai insostenibile la Filt Cgil dell’Umbria, come sta succedendo in tutta Italia, non esclude forme di mobilitazione dei lavoratori degli appalti ferroviari per chiedere l’erogazione in tempi certi e rapidi delle prestazioni di sostegno al reddito.