Gli artisti di Murarte espongono gli effetti collaterali del confinamento sulle pareti di Torino.
Ieri pomeriggio sono state presentate le opere della ripartenza del progetto 2020 alla presenza dell’Assessore alle Politiche Giovanili e Periferie Marco Giusta.
E’ la prima opera collettiva della ripartenza del progetto Murarte 2020, che in questa occasione ha scelto di affrontare il tema del lockdown e delle sue conseguenze, e in special modo su chi maggiormente ha subito o subirà i più duri contraccolpi da questa crisi, che da sanitaria è già mutata in economica.
La Città di Torino rilancia così il progetto Murarte sull’arte urbana, che da venti anni promuove , sostiene e accompagna la creatività giovanile. L’intervento si è tenuto in corso Ferrucci angolo via Bixio e inaugura una serie di altri interventi che come sempre contribuiranno a incrementare il patrimonio artistico del “museo a cielo aperto” costituito dagli interventi di street art della nostra città.
Il primo intervento del 2020 che si è potuto organizzare non poteva esimersi dall’affrontare alcuni dei molteplici temi legati al periodo che abbiamo vissuto a causa delle conseguenze della diffusione del virus Sars-CoV2. Alcuni artisti del circuito di MurArte Torino si sono confrontati per due settimane sul tema delle conseguenze del Lockdown, in modo speciale su chi maggiormente ha subito, o subirà, dei duri contraccolpi da questa crisi che, da sanitaria, rischia di mutare in economica.
Le opere prodotte dagli artisti sono inquadrate in 3 rappresentazioni di elementi architettonici, realizzati da Abel Bael, posti a inizio, a metà e a fine della parete. Questi sono le chiavi di volta per poter uniformemente interpretare lo svolgimento dell’intero intervento. Ad aprire, a sinistra su C.so Ferrucci, il portale dedicato alla Salute, aspetto che, se avulso da altri veniali elementi, ci accomuna tutti ed è rappresentativo dell’emergenza passata. Da questo emergono i simboli di vita e di morte, come il teschio inclinato per l’estremo saluto verso i cari che abbiamo perso. L’occhio, rivolto alla memoria, insieme alla Chiave e alla Serratura, ci spronano a cercare soluzioni e a non lasciarsi andare. In centro alla parte i due portali dedicati alla casa, l’unico luogo fisico dove per molti, ma non per tutti, si è svolta la vita quotidiana. Sul lato di C.so Ferrucci la casa è rovesciata, stravolta e mutata rispetto alla consueta condizione di utilizzo. Su V. Bixio, girato l’angolo, la casa cambia nuovamente direzione tornando alla rappresentazione consueta, ma, il Fulmine presente nel cielo, ci ricorda che l’emergenza non è finita. A destra, a chiudere su V. Bixio, il portale dedicato al lavoro, diritto che sta subendo profonde modifiche spesso a scapito dei più deboli. In un contesto dove si cerca di riconvertire la produzione verso una maggiore attenzione all’ambiente, la salute però rimane spesso a rischio e i lavoratori sono indistinti in un panorama scarno.Ma la speranza per una rinascita non deve venire meno, come ci ricorda il fiore che cresce dal teschio. Tra i portali si inseriscono gli interventi degli altri artisti.
Sulla parete di C.so Ferrucci Mr. Fijodor, Nice and the Fox, Droufla e i Wasp, tra i portali della Salute e della Casa. hanno rappresentato le conseguenze del Lockdown legate agli aspetti sanitari e psicologici.
Mr. Fijodor raccoglie nell’”Ambulansia” le paure e ai traumi più profondi e affronta gli aspetti più critici della passata emergenza. Per Nice and the Fox le paure, che ci fanno mancare il respiro, vanno affrontate con resistenza e resilienza simbolicamente rappresentate dalle incredibili proprietà del Ginkgo.
Nell’opera di Droufla le persone, contrite e chiuse in se stesse dalle conseguenze della privazione del contatto umano, perdono la propria identità e personalità, come ci suggerisce l’assenza di visi e mani nella rappresentazione. La volontà di uscire dall’isolamento si esprime con una proiezione evanescente di due figure che, sullo sfondo, provano ad avvicinarsi, ma senza toccarsi. Per il duo WASP il passare del tempo ci ricorda che, per garantire un futuro a tutti, è necessario organizzarsi onde evitare di dover scegliere chi può vivere. Sulla parete di V. Bixio riprendono le opere il duo WASP, seguiti da ShekoOne, Supe e SprayVenom, dove affrontano gli aspetti più materiali delle conseguenze del LockDown. A seguire dal portale della Casa, di Abel, si sviluppa la seconda opera dei WASP in cui nella rappresentazione di una stanza dove il tempo scorre incessantemente, si concentrano tutte le attività che precedentemente si svolgevano in altri luoghi. Tra le nuove attività che si svolgono in casa, per ShekoOne, vi è anche il lavoro ma soprattutto lo studio che, senza gli adeguati supporti informatici non può essere portato avanti. Ma, al contempo, l’uso intensivo della tecnologia per ogni aspetto della nostra vita rischia di assorbire ed isolare. Nell’opera di Supe viene rappresentato chi invece una casa non ce l’ha: un senzatetto che dorme in una tenda di fortuna e immagina di guardare la Tv, quella normalità casalinga a lui negata che cerca di ricostruire con la fantasia. La sua risata è amara, soprattutto per chi non poteva rispondere allo slogan #staiacasa trasmesso senza sosta dai media.
Preannunciando il tema affrontato dal portale finale l’opera di Sprayvenom che mostra il titanico sforzo dei lavoratori nel sostenere da soli il peso portante della cultura, la cui stabilità ed integrità viene compromessa dall’impatto della crisi economica conficcatasi a forza nel duro marmo.
“Su questa necessaria interpretazione da parte degli street artist del periodo che abbiamo vissuto – sottolinea l’Assessore Marco Giusta – la cosa che emerge con più forza è la possibilità dell’arte, nel nostro quotidiano, ci ponga interrogativi e quesiti. Parlo di quotidiano perché questa è arte pubblica, che tutti possono fruire e vedere. Torino ha più di 20 km di arte pubblica maturata in più di 20 anni di attività con artisti locali, nazionali e internazionali. L’obiettivo che abbiamo come città è quello di rendere maggiormente fruibile questo patrimonio sia da un punto di vista di produzione artistica che da quello di valorizzazione sociale e turistica. Sono opere che insistono soprattutto nelle nostre periferie, e potrebbero diventare appunto un volano per i territori”.