Sostenibilità economica dell’Ecobonus del 110% sulla ristrutturazione degli edifici, estensione del provvedimento alle seconde case almeno fino al 2022 e retroattività di accesso agli incentivi per chi ha avviato lavori di efficientamento prima del lockdown.
Queste in sintesi le richieste dell’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati, il quale chiede al Parlamento di introdurre correttivi per rendere efficace la misura. «L’idea è buona. Ma senza coperture finanziarie, al momento non previste -spiega Marnati – il provvedimento in discussione alle Camere rischia di trasformarsi da un provvedimento lungamente atteso e giusto in una pistola scarica. Chi aveva avviato lavori di efficientemento sugli edifici prima del blocco delle attività provocato dalla pandemia, non sa ancora se potrà beneficiare del bonus senza contare che il decreto non è esteso alle seconde case ed è previsto soltanto fino al 2021».
Marnati chiede quindi alle Camere di intervenire con alcuni correttivi. Primo fra tutti quello delle coperture finanziarie. «Benché in grado eseguire lavori di alta qualità molte aziende edili, soprattutto le più piccole, per iniziare i lavori hanno bisogno di chiedere liquidità alle banche, le quali però in assenza di garanzie da parte dello Stato, spesso non concedono linee di credito». E questo, secondo Marnati è un passaggio cruciale per il rilancio dell’edilizia e per scongiurare distorsioni del mercato. Marnati chiede al Governo, inoltre, di estendere il provvedimento anche alle seconde case e di renderlo valido almeno fino al 2022. «Il governo sembra intenzionato a prorogare questa misura al 2021, ma questo è un tempo troppo ristretto se l’intenzione è quella di rilanciare l’economia. Se saranno accolte le nostre proposte, la legge potrà diventare davvero un volano sia per quanto riguarda l’aspetto ambientale, sia per la ripresa del settore dell’edilizia».
«La celerità di approvazione del decreto – conclude l’assessore – risulta fondamentale per sbloccare la situazione di stallo in cui si trova l’edilizia. Concordo infatti conl’allarme da parte degli artigiani e gli operatori del settore, i quali lamentano una paralisi degli interventi in attesa di qualche certezza da parte del Governo».